Un viaggio alla scoperta di Gustavo Gómez: la storia del granitico centrale ad un passo dal Milan

Quando nasci nei sobborghi di San Ignacio, città a sud del Paraguay, nel dipartimento di Misiones e a pochi chilometri dal confine argentino, sai già che la vita non andrà stoppata di eleganza, bensì calciata il più lontano possibile con ferocia. Nei campetti di terra e polvere, dove tutti giocano scalzi e con i palloni rubati dalla chiesa dei missionari (per stessa ammissione del protagonista), o sei tecnicamente superiore o la garra ti porta dove i piedi non possono aiutarti. Decisamente il caso del nostro uomo. La storia di Gustavo Gómez è classicamente sudamericana, affascinante a tal punto da tenerti incollato fino al termine, una di quelle narrazioni che sanno rapirti, regalandoti uno spaccato su di un mondo in cui la pelota è ancora sacra e come tale va venerata, ogni giorno, in strada, in una continua messa dinamica da tenere con tutti i credenti.

Gustavo Gomez 1

Fallo!! Gustavo stai calmo, capisco il caldo ma non puoi fare un’entrata simile” urlano i suoi amici. Il classe ’93 non riusciva più a contenersi, non sapeva cosa avesse quel giorno, ma voleva dannatamente vincere quella sfida nel pueblo. Bruciava dalla passione, compagni ed avversari lo guardavano con occhi particolari… Ma non solo loro. Poco più in là, oltre le recinzioni, un uomo prende il telefono e chiama immediatamente il Libertad, club della massima divisione paraguaiana. “Signori, datemi l’ok e tra qualche giorno vi porterò il centrale del futuro“. Nasce così la carriera di Gustavo a solo 6 anni di età. Appena bambino, chiude le valigie e parte per la capitale, Asunción. Ci mette poco ad impressionare tutti. Tanto prorompente e devastante che, a soli 14 anni, entra nel giro dei grandi. Gli bastano solo 3 anni ed il 2 maggio 2011 fa il suo esordio in Primera, contro il Tacuary, giocando il quarto d’ora finale. Come nel più classico dei racconti, quando tutto funziona, arriva un colpo inatteso, ed infatti, il ragazzo si rompe il quinto metatarso del piede sinistro. Gustavo è a pezzi, stava iniziando a cullare il suo sogno. Ma un uomo, un signore dal forte tono paternalistico, gli si avvicina negli spogliatoi, tende il braccio verso di lui e dice: “Recupera presto pibe. Oggi lo hai rotto, vero, lo capisco, ma la squadra ha bisogno di te più di chiunque altro in rosa“. Quelle parole, ancora oggi presenti nella testa del centrale, sono state, sono e saranno, per tutta la durata della carriera, il carburante necessario per trovare stimoli e motivazioni.

La crescita con il Libertad è tanto forte da meritarsi una chiamata dalla patria del fútbol. Jorge Almiron, tecnico del Lanus, è pazzo di lui. Conosce a menadito ogni partita giocata dal ragazzo in Paraguay, lo ha studiato in una marea di trasferte e, nonostante i primi mesi siano un disastro a livello sportivo e di ambientamento, rimane convinto della sua idea iniziale: Gomez è il sostituito ideale per rimpiazzare lo storico Paolo Goltz, capitano della formazione trionfatrice della Copa Sudamericana 2013. L’avvio è davvero complicato, costellato di autoreti ed errori goffi, ma la fiducia del mister e quelle parole sempre in mente, gli permettono di rialzare la testa. La rivincita sportiva arriva il 28 maggio 2015, siglando la prima rete della sua nuova avventura. Con quella esultanza rabbiosa, Gustavo mette alle spalle le critiche e dà il via al suo anno perfetto: da titolare inamovibile e leader difensivo indiscusso, il paraguaiano guida i propri compagni ad un traguardo leggendario, la vittoria del campionato argentino, il secondo della storia del club. Non felice del traguardo, Gomez fa il debutto in Copa America con la propria selezione, giocando tutti i 270′ disputati dal Paraguay nella competizione del Centenario. El hombre de pueblo, ora, è pronto a spiccare il volo verso l’Europa per terminare alla perfezione un’annata da incorniciare, la terra dei giganti del pallone. Un fisico imponente, un ottimo scatto aereo e la capacità di saper interpretare tutti i ruoli difensivi, lo portano ad essere un obiettivo primario per il Milan di Montella. Difficilmente saltabile nell’uno contro uno ma non dai piedi eccelsi, il nativo di San Ignacio potrebbe creare al fianco di Alessio Romagnoli una delle coppie difensive più giovani ed intriganti di tutta la Serie A.

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