Cuore, voglia e animo: gruppo richiamato, ma rimane fiducia. L’Aeroplanino crede nella svolta

Non è tanto questione di alzare i toni, quanto di quello che si dice. Montella non ama urlare, resta spesso composto in panchina e anche ieri a Milanello ha mantenuto il suo stile, poi però si è fatto sentire. E il clima è diventato più pesante: niente grida, però parole forti. E chi ha provato a inserirsi nel discorso è stato respinto. L’allenatore vuole una squadra che in campo metta più animo, questo il concetto principale, e si aspetta maggiore lotta e grinta già nel prossimo impegno con l’ex Samp a Marassi (venerdì alle 20.45). In questo senso giocherà chi avrà recepito meglio l’invito, nessun posto garantito.

Il guaio è che l’apatia del gruppo dura da anni: difficile, quindi, pretendere coraggio in breve tempo. Ma il giovane Aeroplanino, spiega La Gazzetta dello Sport, è convinto di essere il tecnico della svolta: crede che il lavoro e le certezze tattiche che saprà dare cambieranno il Diavolo nello spirito. L’entusiasmo non manca. Non è solo un problema di tecnica, ma di carattere: qualità che nasce o meno in ogni giocatore, quindi complicata se non impossibile da allenare. O ce l’hai o non ce l’hai. La seconda, in casa rossonera. La differenza la fa l’atteggiamento: se presente in campo in maniera corretta allora la sconfitta si riesce ad accettarla e può rappresentare anche un momento di crescita, se no sono dolori. Montella, va precisato, ha comunque ribadito la fiducia per il suo Milan, di nuovo chiamata a dimostrare orgoglio, rabbia e potenzialità.

montella-2-milan-udinese-spaziomilanImportante sottolineare come a Vincenzo siano bastate 3 giornate per la prima ramanzina. A Inzaghi andò di lusso, a confronto, perché sbottò solo al termine di quella Serie A, accusando i calciatori di non avere dignità sul pullman di ritorno da Udine. Pure Mihajlovic aspettò più a lungo: l’inizio delle danze a Genova, fine settembre, poi nei post Bologna, Sassuolo, Chievo e Atalanta (qui seguì il famoso e polemico ritiro). Brocchi, invece, attaccò appena suonato il gong del campionato (Roma). Niente che assomigli al richiamo di Montella, che pretende solo una squadra più convinta e sicura di sé.

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