È arrivata l’ora di Pasalic? Montella lo studia e prova il 4-4-2

Il centrocampo rossonero, in questi giorni, si allarga e si stringe, cambiando nomi per scelte ed esigenze. Le certezze negative in vista dell’Udinese sono 2, anzi 3 se aggiungiamo l’assenza di Bertolacci: Kucka è squalificato (espulso a Napoli) e Mati Fernandez infortunato (si teme lo strappo). Montella, a Milanello, ha provato il 4-4-2, soluzione che permetterebbe di gestire l’emergenza senza perdere il potenziale offensivo: Suso e Bonaventura esterni, Montolivo e Sosa in mezzo, Bacca e Lapadula coppia d’attacco. In caso di bisogno, poi, ci sarebbe il piano B, un giocatore di riserva: Pasalic.

Per conoscerlo meglio, La Gazzetta dello Sport si è rivolta a Vinko Bego, suo allenatore da ragazzo all’Hajduk Spalato: “Ricordo la finale di un torneo in Francia. Mario si era rotto la mano, l’abbiamo portato all’ospedale ma a lui non importava niente: voleva solo sapere come stava andando la partita (sconfitta ai rigori, ndr). È sempre stato un leader, un esempio per i compagni. Parla poco, è un po’ timido e riservato, ma in campo si fa sentire. Per l’Hajduk aveva un grande amore“. Nella prima uscita stagionale, in amichevole a Bournemouth, il 21enne ha fatto capire il concetto e contemporaneamente evidenziato qualche limite. Note positive: impostazione in alcune situazioni, una chiusura a inizio ripresa e soprattutto un bel passaggio in verticale per Niang (occasione sprecata). In negativo: la condizione fisica, inevitabilmente da migliorare, e la posizione da tenere nelle diverse fasi difensive. Pasalic si sente un numero 8 e ha il vantaggio di poter giocare da mezzala sinistra nel 4-3-3 – probabilmente il ruolo perfetto – o da mediano centrale nel 4-4-2. Possiede piedi e cambi di gioco, invece va verificato su passo e rapidità. Non è pronto subito, ma già domenica è in grado di dare una mano.

PasalicLa Croazia, intanto, si è portata avanti. Il CT dell’Under-21, Gracan, ha detto di volerlo convocare per la gara con la Svezia, decisiva per il biennio (in caso di ko, addio Europeo 2017): “È il nostro capitano, una grande persona, un’atleta top e un eccellente giocatore. Può giocare ovunque, segna molto e non ha paura delle sfide. In più, sa gestire lo spogliatoio e tiene molto alla squadra“.

(Foto interna: AcMilan.com)

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