Primavera, c’è anche un po’ di luce dietro la prima (roboante) sconfitta: 3 sorprese in questo inizio di stagione

Sei gol in casa non fanno mai bene. Soprattutto quando, fino ad ora, sei tu ad averli rifilati agli avversari e improvvisamente ti cadono addosso come macigni. La Primavera del Milan, dopo sei punti nelle prime due giornate di campionato fra Fiorentina e Latina, era chiamata alla prova del nove contro l’Hellas Verona di Pavanel, anch’essa a punteggio pieno. I rossoneri, passati due volte in vantaggio, non hanno saputo reggere l’urto e sono crollati dopo 22′: 6-2 il risultato finale. Ma Nava conosce bene i suoi ragazzi e sa che la strada, per migliorare e crescere, è ancora lunga. Per questo, ecco i 3 elementi della formazione rossonera che in questo inizio di stagione hanno convinto e stupito, ritagliandosi un importante spazio nell’undici titolari.

Raoul Bellanova (2000) – Difensore
Elemento degli Allievi Nazionali Under-17 di Monguzzi ma aggregato alla Primavera in alcune occasioni, si è fatto trovare pronto quando chiamato in causa. Bravissimo contro la Salernitana in Coppa Italia (è un terzino destro di grande spinta), altrettanto propositivo contro l’Hellas Verona. Vero, la debacle della squadra ha influito anche sulla sua valutazione inziale. Ma ha fregato il posto (almeno per ora) ad alcuni compagni più giovani e pare essere intenzionato a continuare così alla grande. Le carte in regola ci sono tutte.

Matteo Gabbia (1999) – Difensore
Di professione centrocampista ma in questa prima parte di stagione sta impressionando come difensore centrale. Certo, a volte la testa vola fra le nuvole e anche in occasione di alcune situazioni di gioco contro l’Hellas l’errore può essere considerato suo. Ma per un difensore col vizio del gol (3 consecutivi in stagione fra campionato e Tim Cup Primavera, senza dimenticare i centri in Nazionale) questo può anche essere accettato. Bisogna migliorare nell’attenzione sulle palle alte (per lui che gli angoli sono come rigori) e nel posizionamento in campo, ma Nava questo lo sa. E chissà che non possa ripetere la prolifica stagione di De Santis dell’anno scorso.

Federico De Piano (1998) – Centrocampista
Ammetto che non avevo compreso la scelta di Nava di domenica mattina, cioè di lasciarlo in panchina in una partita così delicata contro il Verona. In effetti, il centrocampo dopo mezz’ora di gioco si è squagliato e gli ospiti ne hanno approfittato. Lui, centrocampista centrale di tanta quantità al servizio dei compagni, piccolino ma comunque dotato di una discreta tecnica, ruba più pallone di quanti ne conquisti l’intera squadra. Un ottimo avvio di stagione, condito da prestazioni più che sufficienti. Abile nel fraseggio corto, deve giocare circondato da piedi buoni: quelli di Zanellato e Modic sono l’ideale.

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