Siate seri, è davvero minorenne? Viaggio nello stupore

Lo stupore, nel calcio, esiste ancora. Dopo una storia pluricentenaria, capisco quanto sia difficile affermare una cosa simile, ma la sfida del Marassi è lì a dimostrarlo, cartina tornasole di come sia possibile, in un attimo non precisato, sgranare gli occhi e rimanere esterrefatti. Nonostante le interminabili ore di azioni viste e riviste, di occasioni studiate ed analizzate, di tutto ed il contrario di tutto accaduto nella storia del pallone, può ancora succedere, si può ancora sentire quel batticuore diverso che ti accende e ti ravviva la sfida del “solito calcio” . Un colpo, una giocata, un tiro, un doppio passo, un passaggio illuminante: no, non si tratta di questo. Quasi per antitesi, nello sport dei piedi per eccellenza, ecco l’esaltazione delle mani, le mani di un piccolo grande gigante: Gianluigi Donnarumma, diciassettenne per caso.

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Ragazzo schizzato fuori dal tempo, diverso dai propri colleghi e dalle sembianze quasi extraterrestri se paragonato ad un coetaneo qualunque. Parliamo di un fenomeno, non tanto per la bravura, ma nel senso letterale del termine: qualcosa di straordinariamente unico, capace di strapparti uno sguardo e rimanerti impresso. Gigio è tutto questo e molto di più, persona abile nel crearti turbamento improvviso dinanzi ad una meraviglia, ad una sorpresa, a qualcosa di assolutamente inatteso. Un po’ come il suo modo di essere portiere, così magnificamente naïf, impostato certo su di una solida base tecnica, ma impreziosito, quasi incastonato, da un talento che ha pochi eguali nel mondo. Sì, possiamo dirlo, è un progetto di campione futuro che sta fornendo profumati e succosi frutti in anticipo.

Se il Milan, alla quarta giornata, conta 6 punti in classifica, gran parte del merito va attribuito all’estremo difensore campano. Il rigore parato a Belotti fu solo l’epilogo, al Ferraris ha deciso di proseguire la narrazione della sua mirabolante avventura, aggiungendo autentiche perle al racconto: la parata su Torreira nel primo tempo, sventando un bolide sotto l’incrocio; la punta delle dita che negano a Muriel la rete del vantaggio, un capolavoro di riflessi che cancella un capolavoro di dribbling, fantasia e precisione. L’arte, nel 2016, si manifesta anche così. Come un viaggio nello stupore, inatteso come un balzo di Donnarumma.

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