Investitori scoperti, ma saranno soci? Difficile il summit da Berlusconi. E sullo stadio…

La lista degli investitori, finalmente, è sempre più chiara: China Construction Bank, Ping An Insurance, Baoshang Bank, China Merchants Bank, Huarong International Financial Holdings, Tcl Corporation, Haixia Capital. L’elenco presentato da Yonghong Li a Fininvest alla firma del preliminare dovrebbe essere molto simile a questo. Ieri sono arrivate la conferma di CCB, banca cinese di livello esponenziale, e le novità Ping An, importante gruppo assicurativo, Baoshang e China Merchants Bank. Ma La Gazzetta dello Sport si pone ancora un paio di domande: saranno coinvolti nell’operazione (e quindi parteciperanno alla raccolta dei 420 milioni per il closing)? E poi saranno soci di Yonghong Li o semplicemente presteranno i soldi necessari a completare l’affare?

I soci di Sino-Europe dovrebbero avere quote vicine al 10, massimo 15%. Non solo, nell’accordo era specificato che il gruppo degli azionisti poteva subire modifiche settimana dopo settimana. Se certi colossi saranno direttamente protagonisti nella vicenda, il Milan avrà solide basi su cui impostare la rinascita. Più complicato, invece, e l’ipotesi è certamente plausibile, se queste banche forniranno solo garanzie per alcuni clienti o consegneranno denaro a chi comprerà la società. Ecco perché sarebbe fondamentale la clausola che Fininvest sembra aver posto, sottolinea La Gazzetta dello Sport: ovvero la presenza di almeno 3 soggetti della lista al momento del closing. Novembre chiarirà i dubbi, anche per questo lo stadio – per esempio – al momento non è una priorità. Prima la governance, prima la firma ufficiale e quindi la piena presa di potere dei cinesi, di Fassone e Mirabelli. Ma il tema “nuovo impianto” rimane caldo, a maggior ragione dopo le parole del sindaco di Milano, Sala, il quale ha proposto la divisione di San Siro. E se l’Inter è già pronta a sedersi ad un tavolo, il Diavolo va atteso. Porte e soluzioni aperte.

FassoneFassone a breve volerà in Cina per verificare lo stato dell’arte, anche in termini commerciali. A proposito: non ci sono più certezze assolute sull’arrivo in Italia di qualche investitore orientale. Lo scopo era presentarlo a Berlusconi, appena rientrato dagli USA dopo essere stato alle prese con problemi di salute e avendo un’agenda di molto fitta di impegni politici. Probabile, quindi, una conference call, successivamente la convocazione dell’assemblea dei soci per arrivare al dunque prima del derby del 20 novembre. Magari con delle novità pure sulla “bandiera”: resta Ambrosini il profilo più gettonato.

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