Niente deroghe al 4-3-3, il 4-2-3-1 al massimo è rimandato. Lapadula e Honda restano chiusi

Montella, a Chiasso, ha provato a prevedere il domani. Alla domanda proprio di SpazioMilan.it, ripresa oggi da La Gazzetta dello Sport, sulla possibilità di cambiare modulo e adottare in alternativa il 4-2-3-1 – data l’assenza di Montolivo – per cambiare il Milan in caso di necessità, ha detto così: “Al momento non abbiamo le caratteristiche per giocare con il doppio mediano, perché ne servirebbero 4. E oggi ci mancano ancora Mati Fernandez e Bertolacci“.

Davanti alla difesa, in effetti, potrebbero giocarci loro, come Kucka, Poli, Locatelli e forse Pasalic. Sosa, invece, in quel sistema di gioco sarebbe buono da mettere dietro la punta. La risposta dell’Aeroplanino, però, significa che il Milan è e resterà da 4-3-3. Ha giocato sempre così, inserendosi nel gruppetto delle squadre di A conservatrici. La continuità ha funzionato e soprattutto creato una stranezza: un 4-3-3 rossonero non è abituale. Ok, nella storia c’è stata la finale della Coppa dei Campioni del ’69 con Hamrin-Sormani-Prati e Sacchi usava spesso 3 attaccanti contemporaneamente, ma è un calcio imparagonabile con quello attuale. Di recente questo schieramento lo ha adottato Inzaghi, in parte Brocchi, di certo non Mihajlovic né – sempre riferendoci al passato – Zaccheroni o Ancelotti.

Honda_2 SpazioMilanLo scenario, ovviamente, fa piacere a qualcuno e dispiacere ad altri. Tra i più delusi, Sosa e Honda, a disposizione ma quasi sempre in panchina, e Lapadula-Luiz Adriano, i quali hanno un problema di cognome Bacca. Nel 4-3-3 gioca una sola prima punta, quindi sarà davvero complicato vederne 2 dei 3 insieme dall’inizio. Ecco perché il recupero di Mati Fernandez e Bertolacci può cambiare anche il loro anno.

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