Prosegue il reportage asiatico: il punto sulla questione soci e la chiave commerciale del brand

Prosegue il maxi reportage de La Gazzetta dello Sport. Dopo aver analizzato i profili di Yonghong Li ed aver intervistato alcuni personaggi di spicco della vicenda, la Rosea indaga sui soci che comporranno la cordata che prenderà potere dalle parti di via Aldo Rossi. Come già evidenziato, non ci sarà nessun socio forte all’interno dell’operazione, anche perché il signor Yonghong sta lavorando in gran segreto per architettare tutta la struttura finanziaria.

Galliani Cina

Nessun singolo azionista dovrebbe possedere quote rilevanti, il tetto si assesta sul 15%. Jilin Yongda Group, ad esempio, avrebbe investito nel fondo per il club rossonero circa 40 milioni di euro, ovvero il 10% delle quote. A livello globale, i soci dovrebbero essere 7-8, convinti ad entrare nel business Milan attratti dalla promessa di elevati rendimenti attraverso una possibile quotazione in Borsa. Il piano commerciale, per fornire un ulteriore esempio, prevedrebbe utili fin dalla stagione 17-18 grazie ad un’impennata del fatturato.

La chiave commerciale si baserà sulle entrate del mercato cinese di brand, merchandising e marketing. I 350 milioni, tanto chiacchierati e promessi a Berlusconi per rinforzare la rosa, saranno proprio figli di questa direzione economica. Il rossonero in Cina è decisamente popolare, con una fan base di circa 106 milioni di tifosi (!), secondi solo al Real Madrid 127 milioni). Detto dei dubbi e della perplessità, una fonte vicina alla trattativa tra Fininvest e la cordata cinese rivela come non ci siano dubbi sul fatto che il closing sarà a novembre: si attendono solo autorizzazioni politiche per lo spostamento di capitali in una valuta estera.

Impostazioni privacy