Montella, in tempi non sospetti, aveva pubblicamente ammesso di non potersi permettere di perdere nessuno per strada, quando si cominciava già ad intravedere un minutaggio particolarmente basso di qualche giocatore. Facile a dirsi, meno a metterlo in pratica, a maggior ragione se scopri di aver raggiunto buoni equilibri. La gara di Marassi ha scoperchiato la questione con una certa violenza, considerando il pesante passivo e la prestazione di alcuni. E la realtà, sentenzia La Gazzetta dello Sport, è che fra gli 11 titolari e il resto della rosa esiste un abisso; per la precisione 7.901′ di impiego rispetto a 1.348.
Normale avere problemi di gestione, normale se il Milan è stato costruito al risparmio e quindi che la squadra, mano a mano che si scorre l’elenco dei calciatori, perda potenza. Uno dei compiti più difficili dell’allenatore è proprio quello di riuscire a sperimentare tutti indovinando il momento giusto: l’Aeroplanino fino adesso ha fatto grandi cose, Locatelli docet, ma con il Genoa non ha funzionato. Cambiare in un colpo solo 2/3 della medesima fascia (destra) è equivalso a mettere Poli fuori ruolo e rispolverare il panchinaro Honda (solo 19′ in 9 giornate). Fuori Suso e Abate, che effettivamente aveva speso molto con la Juve, ok, però rimangono delle perplessità su un turnover per motivi atletici a fine ottobre e in un gruppo senza coppe. Questo importante divario, comunque, dipende anche dall’infermeria. Martedì mancavano 3 terzini su 5 (Antonelli, Calabria e Vangioni), poi ci sono diversi lungo degenti: Zapata ha appena recuperato dopo 3 mesi e mezzo di assenza, Bertolacci e Mati Fernandez si sono fermati subito e Lapadula e Pasalic in estate sono arrivati in condizioni precarie.
Vero, come vere sono le scelte di Montella. Perché a prescindere i vari Lapadula, Sosa, Gustavo Gomez e Pasalic sono riservisti che hanno possibilità di giocare quasi solo se gli intoccabili stanno male, sono stanchi o fanno girare le scatole al tecnico; lo stesso vale per Honda e Luiz Adriano. La controprova è che a Genova l’unico cambio proficuo è stato l’ingresso di Suso, un punto fermissimo. Ci vuole lo stesso calma e guai a fare drammi, ha ragione Vincenzo: il progetto giovani prosegue, la classifica continua a sorridere e nessuno ha mai pensato di essere l’anti-Juve. Meglio badare alla sostanza dei punti: conquistarne 3 con il Pescara per arrivare ad averne 22 in 11 gare. Media spaccata di 2 punti, media da Champions. Non malissimo…