Presidente, ma “a che gioco sta giocando”?

Viene da chiederselo in maniera spontanea, e non importa da che parte si stia. Anche una persona totalmente disinteressata, ma informata dei fatti, cercherebbe inutilmente un filo logico in tutta questa situazione. Presidente Berlusconi, a che gioco sta giocando? Le sue parole, rilasciate nella notte post derby, cozzano terribilmente con il tempo e con il calendario. Quest’ultimo infatti, segnala che mancano esattamente 21 giorni al presunto ma annunciato closing con i misteriosi cinesi. Eppure, quanto dichiarato da Berlusconi ha tutt’altro che il sapore di un addio.

Frasi come “i cinesi insistono perché io rimanga presidente onorario. Penso che potrebbe attuarsi una situazione del genere, ma dovrei avere una possibilità d’intervento sul mercato e anche su questioni di campo”, oppure “Galliani? Spero proprio che ci sia spazio per lui. Io cercherò di far accettare questa condizione” sembrano rigettare nell’incertezza una cessione che sembrava (nonostante ci siano ancora punti oscuri sugli acquirenti, sui loro fondi ecc.) ormai cosa fatta.

Uscite di questo tipo rappresentano un passo indietro inutile dopo tutti gli sforzi fatti per averne compiuto mezzo in avanti. Ci si stava lasciando (vista la splendida coreografia della Sud nel derby) nella maniera più naturale e romantica possibile, ma le dichiarazioni del Presidente hanno infastidito e non poco la tifoseria rossonera, dimostrando forse ancora di più, e ancora una volta, che c’è bisogno di una svolta. 

Presidente, sappiamo che è dura staccarsi dalla sua creatura, ma non è più possibile dire ad un allenatore secondo in classifica (contro tutti i pronostici) che avete “differenze di vedute sullo schema tattico” e che “il sistema di gioco più congeniale per il Milan sia quello con il trequartista e due punte”. Non è più possibile perché la squadra ora seconda in classifica a inizio stagione era potenzialmente (e massimo) da metà classifica.

Presidente, un’ultima cosa: a qualunque gioco stia giocando, Donnarumma non si tocca. 

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