Credere nel nostro futuro, da milanisti. Non da “cinesisti”

Invece di sognare nuovi giocatori che non arriveranno mai o, peggio ancora nuovi proprietari che ancora non esistono, noi tifosi del Milan dovremmo essere davvero orgogliosi di questi ragazzi che stanno onorando la maglia come non accadeva da anni, di questo allenatore che si sta rivelando bravissimo e di quella parte della società che nonostante i bastoni tra le ruote e le contestazioni è riuscita a mettere insieme una squadra che non solo ha una logica, ma ha anche uno splendido futuro.

La partita di ieri a Torino ha ribadito questi concetti. Le due vittorie stagionali sul Toro e il pareggio in rimonta non erano affatto scontate, anzi. Guardiamo in faccia alla realtà e, all’inizio della stagione, partivamo allo stesso livello dei granata. Quest’estate Cairo aveva speso e noi no. Il Torino ha una cifra tecnica pari o addirittura superiore alla nostra, ma soprattutto MIhajlovic dispone di quello che in questo momento è sicuramente il miglior attaccante italiano, il “Gallo” Belotti. Eppure nelle tre partite siamo stati più bravi, anche ieri sera, quando certo nessuno potrà dire che siamo stati fortunati. Anzi, le decisioni di Tagliavento, i rimpalli e gli infortuni ci stavano condannando a una sconfitta che pareva scontata. Soprattutto quando Ljaijc stava per battere il rigore del 3-0. E invece con il carattere della squadra e l”organizzazione montelliana siamo riusciti a compiere un altro piccolo miracolo. Nel finale, purtroppo, l’ingresso di un irritante Niang, l’infortunio di Calabria con conseguente entrata dell’ex desaparecido Vangioni e l’espulsione di Romagnoli ci hanno impedito di provare a vincerla fino alla fine.

Ma il punto è d’oro, esattamente come gli altri 36 messi insieme da una squadra che poteva ambire massimo al quinto posto. E che invece è ancora lì, a 4 punti dal terzo, con una gara da recuperare. Il terzo posto è rappresentato proprio da quel Napoli che affrontiamo sabato, peraltro senza Romagnoli squalificato. Scusate, ma non riesco a considerarlo uno “spareggio” per la zona Champions League. Perchè loro sono troppo più forti e non è proprio giusto caricare la “banda” di Montella della responsabilità di lottare per i primi 3 posti. Vada come vada contro il Napoli, sono convinto che arrivare quinti con una nuova “coppona” in bacheca significa per noi aver fatto una grande stagione. Senza contare che abbiamo in rosa 3/4 giovani giocatori che sono destinati ad essere un patrimonio tecnico ed economico per la nuova/vecchia società.

Quindi cerchiamo di affrontare questo girone di ritorno con la stessa “leggerezza” dell’andata senza caricare questi ragazzi di responsabilità o aspettative che non è nemmeno giusto avere per una squadra che nell’ultimo triennio ha centrato un settimo, un ottavo e un decimo posto. Oltretutto, le altre concorrenti per la zona Champions League e per la zona Europa League si stanno tutte rinforzando nel mercato di gennaio, invece noi staremo anche stavolta a guardare. Con i cordoni della borsa di Fininvest sempre serratissimi. E non potrebbe essere altrimenti, visto che continuano a propinarci la storiella della “fata tur-Cina”. Il “non li conosco” di Galliani potrebbe significare che questi nuovi cinesi stanno per dissolversi nell’aria più o meno come Mr Bee. Fatto sta che anche in questo mese di gennaio sarà più facile assistere a movimenti in uscita che in entrata. Solo incassando soldi da una cessione importante si potrebbe pensare a un investimento altrettanto oneroso. Incredbilmente tra i tre “cedibili” il più sicuro di restare è Carlos Bacca, che già da agosto non avrebbe più dovuto vestire la maglia rossonera. Altrettanto incredibilmente sembra pure quello più dentro il progetto. I due “partenti” sono Niang e De Sciglio.

Ragazzi diversi, con personsalità diverse e rendimenti diversi. Del primo abbiamo già detto prima: la sua crisi sembra quasi irreversibile e le voci di gossip sicuramente non gli hanno fatto bene. Forse una ben pagata cessione in Inghilterra sarebbe la soluzione giusta per lui e per il Milan. Che potrebbe sferrare l’assalto a Keita. Discorso totalmente diverso per il secondo che da della professionalità, della serietà e dell’attaccamento alla maglia ragioni di vita. Però il suo futuro sembra scritto e sarà dal suo “mentore” Allegri. Per ragioni contrattuali, tecniche e di ambizioni personali. Visto che la cessione di De Sciglio alla Juve sembra cosa fatta e visto che tutte le parti in causa avrebbero interesse a farla subito, tanto varrebbe anticipare il trasferimento di giugno. Vedremo cosa accadrà negli ultimi giorni di mercato, anche perchè non credo proprio che questo “eventualissimo” discorso si possa intavolare prima della sfida di Coppa Italia.

Già, la Coppa Italia. Tornare allo Juventus Stadium per un “dentro-fuori” di Coppa Italia riporta alla memoria quella “partitaccia” del marzo 2012 che ci costò l’intera stagione. L’infortunio di Thiago, l’incazzatura di Ibra e uno spogliatoio sempre meno nelle mani di Allegri. Chissà come sarebbe cambiata la storia se davvero avessero giocato dall’inizio Yepes e Maxi Lopez. Chissà. E chissà come sarebbe cambiata se Tagliavento avesse avuto l’orologio vibrante di ieri sera anche quel 25 febbraio 2012 a San Siro. Chi lo sa. Quelli erano i mesi in cui stava cambiando (in meglio) la storia della Juve e (in peggio) quella del Milan. I mesi in cui si stava consumando la profonda frattura tra Galliani e Barbara. I mesi in cui Fininvest cominciava a volersi liberare davvero del “fardello” Milan.

Il “fardello” è ancora lì e Fininvest di soldi non ne tirerà più fuori. Barbara, come avevamo annunciato un mese fa, sta tornando. Le premesse per un girone di ritorno pieno di rischi ci sono tutte, ma questa squadra è stata capace di rimontare ieri sera e di battere due volte i “marziani” della Juve. Dovrebbe riuscire anche a resistere fino a maggio a una situazione societaria a dir poco paradossale. Speriamo che i tifosi credano sempre meno a chi dice loro un sacco di bugie e credano sempre più in Montella e Bonaventura, in Locatelli e Donnarumma. Significa credere nel nostro futuro, da milanisti, non da “cinesisti”

Impostazioni privacy