Flop e parametri zero. Parte l’ultimo (non) mercato del Condor

EDIT 2017 DIMITRIDa qualche giorno si è riaperto il calciomercato, quello di gennaio, quello da tutti chiamato “di riparazione”. Nella sessione invernale, infatti, la maggior parte delle trattative messe in piedi, vengono fatte per cercare di mettere mano e migliorare la squadra costruita in estate e per avvicinare gli obiettivi stagionali. Per il Milan, però, dopo la misera sessione estiva, si prospetta un altro mese di magra, di non trattative, di possibilità eventuali solo in prestito. La mancata chiusura per il passaggio di proprietà ed il rinvio a marzo del closing, infatti, hanno complicato ulteriormente la vita degli operatori di mercato rossoneri ed hanno spento i sogni dei tifosi rossoneri. Salvo clamorosi colpi di scena, infatti, si dovrà continuare ancora con gli stessi uomini, con la stessa rosa e con Montella che dovrà continuare a fare i miracoli con gli stessi giocatori già da lui ampiamente valorizzati.

In principio si era parlato di una possibile cessione di Carlos Bacca o M’Baye Niang per finanziare il mercato in entrata, poi si è prospettata l’idea dei prestiti secchi o con diritto di riscatto, con un unico leitmotiv: la mancanza di liquidità per poter mettere davvero mano sulla rosa e migliorarla. Un vero peccato, anche perché l’attuale posizione di classifica dei rossoneri permetterebbe di poter sognare e provare, almeno con un paio di acquisti di spessore, a conquistare qualcosa in più di una qualificazione in Europa League. Si continuano a fare i nomi di Deulofeu e Keita, per carità ottimi calciatori, ma il ruolo in cui Montella necessiterebbe di qualche acquisto non è propriamente la prima linea. La mediana andrebbe rinforzata e questo non è un mistero.

Vincenzo Montella ha saputo inventarsi un ottimo Manuel Locatelli in cabina di regia, ha scoperto l’affidabilità di Mario Pasalic, ma ha perso per strada Riccardo Montolivo e non ha un reparto all’altezza delle prime cinque o sei della Serie A. Bonaventura è molto meglio da ala che da centrocampista, Bertolacci è da poco rientrato da un lungo infortunio e non sembra dare le garanzie adatte, Kucka è troppo scostante, mentre i vari Poli, Mati Fernandez e Sosa non sembrano all’altezza. Un reparto che andrebbe rinforzato e di corsa, ma che quasi sicuramente resterà così com’è. Ci affidiamo a Montella e speriamo che con la sua bacchetta continui a fare miracoli, ma il mancato intervento in quella zona del campo continua a denotare la superficialità e la mancata programmazione di una società che dovrebbe essere al capolinea.

Adriano Galliani, infatti, che in questa sessione sembra agire di comune accordo con il futuro ad Fassone, dovrebbe essere all’ultimo mercato come dirigente del Milan. Molti hanno rivendicato i suoi meriti nell’attuale crescita di tanti giovani e presunti ex “bidoni” che stanno facendo la fortuna di Montella, ma, se si analizza bene la situazione, tante situazioni sono frutto del caso. Per un Suso o un Paletta che esplodono, infatti, non si possono dimenticare gli ultimi anni di mercato fatti senza un criterio, tra parametri zero, calciatori inutili inseriti in rosa e super stipendi dati a chiunque. Sono tanti i flop di mercato del “Condor” negli ultimi cinque o sei mercati e vanno dai più recenti Sosa e Vangioni, ai vari Agazzi, Acerbi, Mesbah, Constant, Mexes, Zapata, Essien, Destro, Fernando Torres, Taiwo, Zaccardo, Honda, Traorè, Birsa e Matri; fino ad arrivare ai ritorni, molto più mediatici che utili, di Boateng, Balotelli e Kakà. Una lista infinita, in cui starò certamente dimenticando qualche nome, che porta acqua al mulino di chi esulta e da tempo chiede a gran voce che l’esperienza di Galliani arrivi finalmente ai titoli di coda.

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