Quando il quarto uomo ha alzato la lavagna elettronica per ufficializzare l’ingresso di Lapadula, Carlos Bacca ha fatto un passo verso la panchina. Un automatismo mentale nel momento in cui tutti – lui compreso – non avevano dubbi su chi avrebbe dovuto lasciare il campo. E invece, sorpresa: accanto al 9 di Lapadula si è acceso l’80 di Pasalic. Carlos, dopo aver fissato quella lavagna con rassegnazione in attesa del verdetto, è rimasto in campo. E precisamente qui cambia la storia di Milan-Cagliari. Esordisce così l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport.
Montella ha tentato l’all-in, si legge, da giocatore vero. Di quelli che a un certo punto della partita mandano all’aria i calcoli, facendosi sedurre dai rischi. Tutti dentro, 4-2-4 con il tetra formato da Suso, Bacca, Lapadula e Niang. Avrà pensato “magari qualcosa succede“, e puntualmente è successa. Sponda, da terra, di Gianluca e Carlos che mette in fondo al sacco sbloccandosi dopo un digiuno interminabile, il più lungo dell’intera carriera, 8 partite senza segnare. E la lacrima a fine gara è evidente, sopratutto per un attaccante come Bacca che fa delle reti l’unico motivo di vita calcistica.
Tra una rassicurazione all’universo rossonero – “Mi sento parte del progetto Milan […] e non voglio andare via” – ed un ringraziamento al cielo, il colombiano non dimentica il prezioso assist del compagno, capace di spezzare la retroguardia cagliaritana dopo 88′ di stenti: “Grazie e complimenti perchè lavora e dà tutto“. È nata una nuova coppia del gol? Si chiede Gazzetta. La risposta potranno fornirla solo le prossime gare del Diavolo, ma è indiscutibile come l’ingresso dell’azzurro abbia fornito la scossa all’intera squadra, risollevando anche la prestazione dell’ex Siviglia, fino a quel momento tra i peggiori.