Il Milan dei giovani gioca da “vecchio”: squadra vera, ma per la Champions serve di più

Harakiri Torino, il Milan ne ha approfittato ancora: non come in Coppa, anche se qui la situazione era più difficile. Alla fine il pareggio è giusto. L’ex Mihajlovic non si dà pace ripensando al colpo del ko sui piedi di Ljajic, quel rigore che già sul 2-0 poteva mettere in ghiaccio la gara alla mezzora. Solo che a Donnarumma i rigori fanno un baffo, specie se a calciarli è proprio il Toro: da Belotti all’andata, salvando la vittoria per 3-2, a Ilicic (palo), passando per la Supercoppa dove ha ipnotizzato Dybala e anche ieri, bravissimo a decidere di rimanere fermo e respingere il destro rivedibile del serbo. I rossoneri sono l’unica formazione a non aver mai subito gol dal dischetto in questo campionato. Poi via al solito schema: granata scatenati nel primo tempo e afflosciati nella ripresa, Diavolo impacciato nel primo tempo e trasformato in meglio nella ripresa.

Uno splendido paradiso la squadra di Montella, la definisce così La Gazzetta dello Sport, piena di giovani che dovrebbero puntare sull’entusiasmo e magari scoraggiarsi facilmente. Invece gioca come un “vecchio”: parte piano, anzi subisce, e non molla mai fino alla fine. Compensa l’assenza d’esperienza e di un faro in campo, un leader a suon di urla e grinta: è una squadra nel vero senso della parola. Il punto, alla classifica, serve davvero poco davanti se ne vanno, però cronaca alla mano riesce a sorridere un po’ di più il Milan. Anche se manca qualcosa per puntare fortemente al terzo posto (solo un successo nelle ultime 4 giornate). Il Torino ha lasciato il pallino in mano agli avversari, che si sa faticano comandare non tanto per il palleggio quanto per l’incapacità di accelerare e di liberare l’uomo al tiro. Moduli speculari, atteggiamento diverso. Che bella sfida, che occasioni ed emozioni, comunque.

Male i rossoneri all’inizio: Calabria soffre Iaqo Falque, Romagnoli in giornata no (espulso), Abate che causa un ingenuo rigore, Suso e Bonaventura con gli spazi chiusi. I due gol presi sono stati pure un po’ caotici e sfortunati, ma qualcosa non funzionava. Cara grazia che non è arrivato il 3-0, il momento della sveglia soprattutto di Suso il quale da lì si è accesso impensierendo Hart. Nel secondo round, il round dell’Aeroplanino, Jack si è liberato dalla morsa, lo spagnolo è salito sempre più in cattedra e Abate ha cominciato a spingere: dalla destra è nato l’1-2 di Bertolacci, grazie a un tap-in. Il 2-2 su rigore, ma realizzato dal freddissimo Bacca.

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