Suso, lavori forzati per il bene (e le mancanze) del Milan. Plusvalenza anche in Coppa

Fosse stato per lui non avrebbe rinunciato nemmeno a quei 70’ di Marassi. Lo aveva proprio ammesso senza pudore: non era mancanza di rispetto verso i compagni, ma una sovreccitazione da impiego, quella frenesia nelle gambe e nella testa quando prendi ritmo e fiducia. Fu l’unica partenza dalla panchina di Suso, l’unica circostanza in cui Montella, con il Genoa, decise di rinunciarci perché lo vedeva in calo: non aveva torto, solo che il ko per 3-0 suonò come beffa.

La Coppa Italia, per quanto nuovamente nobilitata dalla finale che ha spinto i rossoneri a Doha, è uno di quei momenti in cui prendere un attimo fiato, invece quest’anno – per motivi diversi – ci sono giocatori che non ci riescono. Bonaventura poteva riposare con la Lazio in campionato ma i capricci alla schiena di Sosa a ridosso del match lo costrinsero a scendere in campo dal 1’ lo stesso, lo spagnolo poteva respirare stasera ma la squalifica di Niang lo obbliga agli straordinari. E così si conferma, alzando il primato, il milanista di movimento (quindi escluso Donnarumma) più usato dall’Aeroplanino: 1514’ in Serie A più gli interi 120’ di Supercoppa;  pure nelle amichevoli estive si vide quasi sempre. All’appello ne mancano solo 4 col Napoli, 20’ con la Lazio e 6’ col Chievo. Pochi spiccioli per uno che ha nello scatto e nelle incursioni l’arma migliore. La verità, sottolinea La Gazzetta dello Sport, è che il Diavolo non è in grado di privarsi di questi esterni d’attacco. Imprescindibile come Gigio, Jack e Romagnoli, cemento armato della nuova squadra. Turnover? No, “lavori forzati”, che per un calciatore sembra la condanna più dolce. Con buona pace di Honda, sparito, e nel caso anche di Deulofeu, invitato ad andare a insidiare il posto di Niang.

suso-milan-atalantaUn rinforzo in fascia dal mercato, comunque, servirebbe: per giocare gare del genere e per dare un ricambio adeguato in vista della Primavera e della prevedibile stanchezza. Per adesso Suso si sta valorizzando come nessuno, a parte Donnarumma, e va verso il rinnovo: giusto e necessario, nonostante la scadenza nel 2019, perché le big d’Europa si saranno già accorte del suo grande rendimento.

Impostazioni privacy