Bacca, ora basta

Esultava sì. Abbracciava mister e compagni, ma in cuor suo sapeva di aver inciso poco in quei festeggiamenti finali. Quella corsa, 40 metri dalla panchina per abbracciare Pasalic, Deulofeu, e tutti i rossoneri ebbri di gioia, increduli per ciò che avevano appena raggiunto. Una vittoria, sotto di due uomini, colta all’ultimo minuto di gioco, perlopiù in trasferta. Ma sulle copertine, Carlos Bacca ci finisce per il motivo sbagliato. Un altro post gara col broncio, quel grugno incrucciato ormai diventato abitudine delle ultime settimane. No, è evidente, non ci siamo. Il colombiano ha fallito un’altra prova. Carlos Arturo Bacca Ahumada, dove sei?

O meglio, dove ti sei perso? In quale fazzoletto di campo si nasconde quel rapace d’area capace di spaventare le difese nostrane? Che meccanismo si è bloccato in un goleador capace di realizzare 16o gol in 324 match in carriera? Il puntero, sceso in campo nelle ultime 4 gare di campionato, non può essere lo stesso numero 70 osannato dalla platea di San Siro contro il Torino. A Bologna poi, il picco, il punto più basso della sua stagione con il Diavolo. Trovare qualcosa di corretto o incisivo è difficile. Senza mezza termini, sbaglia tutti i primi appoggi, senza che ci fosse chissà quale pressione, regalando anche a Krejci una ripartenza pericolosa. Dopo una settimana mediaticamente importante, basata sul caos post-Sampdoria, arricchita dalle polemiche tra le parti e poi conclusa con la pace finale, con tanto di cena per tutti, il classe ’86 non poteva sbagliare, quantomeno l’atteggiamento. Nessuno gli chiedeva una tripletta con un solo pallone toccato, eppure Bacca ha fallito.

La pagella di SpazioMilan.it fotografa perfettamente la gara dell’ex Siviglia: “5 – Sbagliare dopo le polemiche dello scorso cambio, le scuse e la voglia – a parole – di spaccare il mondo, è ancora più grave. Il solito Bacca, dalla prestazione incolore, fa anche peggio: senza tecnica, quasi irritante. Adesso basta (non) giocare così“. Una valutazione pesante ma corretta, lente d’ingrandimento funzionante di un distacco non solo di gioco, ma anche sul piano dell’impegno. E sarà un caso, saranno le forze fresche dei subentrati, sarà il crollo avversario, ma il Milan diventa pericoloso contro i felsinei quando il nativo di Puerto Colombia abbandona il terreno di gioco. Una squadra che incrementa il proprio slancio offensivo togliendo la punta di riferimento. Paradosso tutto rossonero. E attenzione alle alternative adesso, il trono della titolarità inizia a scricchiolare. Tra Lapadula lottatore ed un Deulofeu sprintante, Vincenzo Montella potrebbe varare due attacchi diversi: un tridente con due bandiere spagnole ed il numero 9 al centro; un trittico di pesi leggeri, composto dal saettante Ocampos, “Deulo” falso nove e lo stacanovista con la 8. O si cambia, o si perde il posto caro Carlos. Ed è l’atteggiamento la prima rivisitazione da applicare. Una serata nera, che ha visto crollare certezze e ridurre il gap con le possibili soluzioni in panchina.

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