La partita di Juraj

Daniele Castagna è nello staff di SpazioMilan.it da aprile 2016, coordinatore di redazione ed inviato. Quotidianamente vicino alla squadra, presenza fissa a Milanello e Casa Milan. È ospite di Milan TV, Top Calcio 24 e Calcissimo TV.

Juraj rallenta!“, intervallo di silenzio. Qualche minuto, altre urla: “Kuco vai piano, la partita è domani e non oggi“. Vincenzo Montella, nel sabato di vigilia di Milan-Fiorentina, sta guidando la squadra sul campo di Milanello, studiando la giusta preparazione per i Viola. Ma c’è un ragazzo pressoché incontenibile, corre il doppio, si getta letteralmente su tutti i palloni. Poco importa che si tratti della rifinitura: Kucka ha voglia di campo, Kucka ha voglia di San Siro, Kucka ha voglia di Milan. E così, tra una spallata ad un compagno ed una conclusione verso la porta di Storari, lo slovacco testa la tenuta del motore in vista della maratona gigliata in programma per questa sera. A Carnago non lo tiene nessuno, come un animale in gabbia. Milan-Fiorentina, la partita di Juraj.

Quanto è mancato a Roma nemmeno Montella saprebbe quantificarlo. La sfida western contro Milinkovic-Savic sarebbe stata roba da antologia, da cofanetto in blu-ray. Spallata dopo spallata i due avrebbero abbattuto ogni muro, roba da pesi massimi del rettangolo verde. Quel ragazzone turbato dopo la trasferta del Dall’Ara non c’è più. Con lo sguardo spento, il capo chino, la mimica facciale nascosta da un cappuccio diventato, per una sera, lo scudo dal mondo esterno. Pesava quel doppio giallo, Juraj in cuore suo l’ha sofferto, consapevole di aver fatto una sciocchezza, di aver messo in difficoltà il proprio tecnico in un momento così complicato. I muscoli all’apparenza nascondono un lato caratteriale unico in rosa: un 29enne (tra pochissimo 30) capace di trasformarsi all’occorrenza leader, trascinatore, esempio per i più giovani, chioccia (chiedere a Pasalic), uomo spogliatoio e “intrattenitore” tra scherzi ai compagni (Romagnoli vittima preferita) e palle di neve. Tutti dettagli secondari paragonati all’attaccamento dimostrato, a più riprese, ai colori che indossa.

Juraj arriva da troppo in basso per non sputare ogni goccia di sangue per il Milan. Da troppo lontano per fallire. Quando in dieci anni passi dal Podbrezova al Diavolo rossonero, la responsabilità la senti eccome. Il peso della maglia anche. Il rispetto per la storia, la tradizione e la platea di San Siro vengono di conseguenza. Sbarcato nello scetticismo generale, bollato in tempo record come “il classico affaruccio Galliani-Preziosi“, il nativo di Bojnice si è tramutato in un insostituibile. E non solo per Sinisa Mihajlovic e l’interregno Brocchi, ma anche per il palato fine di Montella, esterrefatto dall’unicità del giocatore. Forza fisica, resistenza, tecnica, inserimento, tiro, ma anche fase difensiva ed acume tattico. Un tuttofare inatteso, quasi a sorpresa, capace di prendersi le chiavi del ruolo di mezzala. Se Kuco c’è e sta bene, gioca lui. Senza discussione alcuna. Una rivisitazione rock&roll e tatuaggi del ruolo, dannatamente interessante per capacità e possibilità inespresse. Contro la Fiorentina, sarà lui l’uomo incaricato di interrompere le trame viola. Come un guastatore tra le fila nemiche, l’amico fraterno di Hamsik dovrà essere bravo a pungere Vecino e Badelj, per poi spezzare in due il campo e ripartire a testa alta, pardon, a cresta alta. Un lavoro di doppia fase cruciale per innescare il potenziale ispanoablante, con Suso-Bacca-Deulofeu sempre in attesa dei rifornimenti del soldato Juraj. Nella speranza che non vada fuori giri nel palleggio toscano, sarà lui l’uomo chiave. Voglia e riscatto sportivo non gli mancano, ora non resta che mostrarle sotto i riflettori di San Siro.

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