In alto i guantoni di Montella, ora è tempo di difendersi

Qualcosa non funziona, qualcosa non gira più, qualcosa si è rotto. Un solo punto nel girone di ritorno, un’interminabile sequela di gol presi e di errori da far rabbrividire. Questo non può essere il Milan, questo non è il Diavolo capace di venire eletto Supercampione d’Italia, c’è molto più nero che rosso, in questa squadra. La crisi di risultati si è inconfutabilmente mutata in crisi, e stop. Il 2017, iniziato sotto i migliori auspici, con una vittoria casalinga, si sta vorticosamente trasformando in un annus horribilis, come si sperava non se ne vedessero più. Sono piovute critiche, in passato, ma da ieri è iniziato il processo a Vincenzo Montella.

Per la prima volta, il tecnico campano dovrà essere bravo a innalzare la guardia. Su i guantoni, occhi fissi sull’avversario e prontezza nel prevedere ogni possibile avanzata nei suoi confronti. Un grande pugile si vede anche da come incassa i colpi, e questi sono i primi, da quando l’ex Aeroplanino siede sulla panchina rossonera. In poche settimane, la compagine di Via Aldo Rossi ha scialacquato un vantaggio considerevole, passando da una qualificazione tranquilla alla prossima Europa League, con velleità da Champions, all’anonimato di un possibile decimo posto. Una discesa agli inferi dalla quale bisogna risalire immediatamente, con le sfide contro Bologna e Lazio. Ma attenzione al contrappasso, il rischio di buttare via tutto c’è ed è anche grosso. Dalle stelle luminose di Doha al grigiore di metà classifica, un passaggio pressoché inaccettabile che sta prendendo corpo sotto gli occhi dell’intero universo rossonero. Le colpe di questo crollo sono da dividere tra società (tante), tecnico e giocatori. La squadra difetta di qualità, presenta riserve non all’altezza e quest’ultima emergenza infortuni ha definitivamente spezzato in due il fiato a tanti titolari, costretti a ulteriori straordinari sul campo di gioco.

Si è sempre detto come il valore aggiunto fosse Montella, quel surplus si è vanificato nelle ultime sfide. Bisogna rendergli merito, Vincenzo è riuscito in due miracoli, da agosto a dicembre: portare la squadra ai vertici della classifica e vincere un trofeo a Doha, ma ora tutto questo è alle spalle. Il solo Vincenzo più di così non poteva fare e ora il suo effetto pare essere sparito. Non sta incidendo, spesso mancando l’occasione giusta per cambiare in meglio le partite. E ora la lacuna più grave pare essere la compattezza. In passato, la squadra è riuscita a vincere partite peggiori di quelle giocate contro Udinese e Sampdoria, ma contro friulani e genovesi si sono raccolti zero punti. E’ grave, e non è solo sfortuna. Tra scelte ed empatia, l’esagerazione dei numeri positivi, anche dopo una sconfitta, forse ha fornito un alibi all’intero ambiente rossonero. Qualche autocritica in più, forse, non avrebbe poi così guastato. Ora i passi falsi sono inaccettabili. Il Milan deve tornare se stesso, partendo dal proprio tecnico.

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