Storia rossonera, 20 febbraio. Da Di Bello a Berlusconi, passando per il Paron: i tre appuntamenti da ricordare

20 FEBBRAIO 1986, SILVIO BERLUSCONI SALVA IL SUO MILAN
Caro Milan, questa volta ci penso io, parola di Presidente. Quante volte ci si sente perduti e magari si esagera. La stessa cosa non valeva in quei mesi per il Milan, la squadra rossonera era davvero perduta, in balia di un fallimento imminente e della perdita ormai probabiissima dei suoi giocatori più rappresentativi. L’Irpef non era stata pagata, il presidente era introvabile, la squadra aveva come punto di riferimento le cronache dei giornali che cambiavano di giorno in giorno. Fino a che, finalmente, dopo una notte di trattative, arriva la fumata bianca, anzi rossonera. Silvio Berlusconi, il 20 febbraio 1986, un mese prima di divenirne presidente, acquisisce e salva il Milan. È l’inizio dell’era più vincente e più lunga dell’intera storia rossonera che ha visto la luce nel 1899. Dopo il fondatore Herbert Kilpin e dopo il presidente europeo Angelo Rizzoli, ecco Silvio Berlusconi. Una vera e propria rinascita, una sostanziale rifondazione. Il Diavolo diventa il Milan 7 volte Campione d’Europa, ricco di trofei come solo nell’era di Santiago Bernabeu al Real Madrid e orgoglioso di tante stelle e tanti Palloni d’Oro arrivati ad indossare la maglia rossonera. Inimitato e inimitabile, Silvio Berlusconi vive e festeggia oggi il 31esimo anno della sua Presidenza.

20 FEBBRAIO 1979, IL PARON ROCCO SALUTA TUTTI…
Da Trieste a Lassù, con il Milan sempre nel cuore. L’ultima volta del Paròn in uno stadio di calcio, con tanta tosse, era stata due mesi e mezzo prima, il 6 dicembre 1978. I rossoneri giocavano a Maine Road, nel vecchio stadio del Manchester City, e dopo il primo tempo erano già in svantaggio per 3-0. Nereo Rocco non stava bene e, al fischio finale dei primi 45 minuti, avendo già capito che il Milan sarebbe stato eliminato dalla Coppa Uefa, aveva chiesto di accompagnarlo subito in spogliatoio. Non avrebbe visto la ripresa dalla tribuna. Da Manchester direttamente a Trieste, nel suo rifugio familiare. A Natale, il sior Nereo apprende della decisione del suo Gianni Rivera di ritirarsi a fine stagione. Rocco raggiunge il suo cielo in un grigio martedì di febbraio, il giorno 20 per la precisione. All’inizio di una sosta di campionato, con il Milan in testa alla classifica, un momento di quiescenza, quasi a non voler disturbare. Il 6 maggio 1979, ossia 75 giorni dopo, negli spogliatoi di San Siro, tutto il Milan gli dedica la conquista della stella del decimo scudetto.

20 FEBBRAIO 1972, JUVENTUS-MILAN: MORINI SU BIGON!
Per la prima volta un arbitro italiano ammette un errore, Concetto Lo Bello. Ruota attorno alla celeberrima e carismatica figura del fischietto siracusano il primo, storico 20 febbraio, rossonero. Quel pomeriggio, allo Stadio Comunale di Torino, si affrontano due delle tre squadre in lotta per il titolo: Juventus e Milan. I rossoneri di Rocco non vivono un buon momento, dopo la sconfitta di Firenze e il pareggio casalingo con il Vicenza. Ma, al termine del primo tempo di Torino, conducono 1-0 con gol di Albertino Bigon, giovane attaccante padovano alla sua prima stagione rossonera. Nel secondo tempo, per un fallo abbastanza netto di Francesco Morini sullo stesso Bigon, l’arbitro Lo Bello non concede il calcio di rigore del probabile 2-0 al Milan. La gara sarebbe poi terminata 1-1. Come si diceva a quei tempi, parola alla moviola. La domenica sera del 20 febbraio 1972, negli studi della Domenica Sportiva, per la prima volta nella storia della Serie A, un arbitro ammette un errore. Lo Bello: “Sì, ho sbagliato, quello era rigore”.

fonte: acmilan.com

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