Il bacio di Donnarumma complica i piani di Raiola. Lo scenario della porta rossonera

Il bacio dello stemma e la mano sul cuore, ai piedi della propria curva, in uno stadio che sogna di adottarlo è un gesto che spiega più di mille intervista (che in questo periodo non può rilasciare). Ecco perché per il popolo milanista, furibondo dopo la direzione di gara del duo Massa-Doveri, è una sorta di eroe della resistenza. Non solo perché le sue manone, oltreché con il contributo decisivo di Bacca, aveva condotto i suoi a un onorevole pareggio fino al 97′. Inizia cos’ l’analisi del Corriere della Sera sulla situazione di Gianluigi Donnarumma.

Gigio, con 7 parate decisive, aveva pienamente assolto al compito di colmare le lacune dei compagni. Ma non solo. Pur essendo anagraficamente il più piccolo, ha dimostrato una personalità da leader, indignato dal torto subito a fine gara. Nel caos più assoluto, ha saputo mandare un segnale inequivocabile a chi da mesi lo corteggia.

Vero è che la palla è nelle mani di Mino Raiola, ma oggi risulta oggettivamente poco realistico che, dopo una tale ostentazione rossonera, il ragazzo possa scegliere la maglia della Juventus: club al quale ha dedicato epiteti poco educati, diciamo così per smorzare i toni. Attualmente, il classe ’99 percepisce un ingaggio da 250mila euro stagione, ma l’intero salotto dell’Europa che conta lo corteggia. E, storicamente, Raiola sceglie la via del portafoglio, non quella del cuore.

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