Considerazioni sparse in una notte che avvicina l’Europa

Daniele Castagna è nello staff di SpazioMilan.it da aprile 2016, coordinatore di redazione ed inviato. Quotidianamente vicino alla squadra, presenza fissa a Milanello e Casa Milan. È ospite di Milan TV, Top Calcio 24 e Calcissimo TV.

Pronto, qui è Mati Fernandez. Europa League rispondi? Il protagonista meno atteso in assoluto regala 3 punti pesanti come un film di Fassbinder, ipotecando la sedicesima vittoria in campionato. Al telefono con la massima competizione continentale, il Diavolo scandisce a chiare lettere il numero 53, cifra che lo porta al sesto posto in classifica. Un piazzamento che, se mantenuto, rilancerebbe il club di via Aldo Rossi oltre i confini nazionali, in una competizione mai vinta dalla gloriosa società meneghina. Nella stagione dei miracoli (vedi Doha) e delle scoperte (Locatelli e compagnia), Vincenzo Montella riesce nell’impresa di sorpassare l’Atalanta – anche solo per una notte – e mangiare due punti all’Inter con 8 (ripeto, otto) titolari indisponibili. Chapeau.

Tra talismani (Vangioni) e beniamini delle folle (Donnarumma), il Diavolo conquista l’intera posta in palio con un desaparecido, o almeno colui che sembrava esserlo. Signore e signori, dopo aver lanciato oggetti misteriosi come Pasalic e Gómez, l’Aeroplanino è capace di rivitalizzare anche Matías Fernández. Talento fragile. Anche troppo per un calcio dannatamente impegnativo come quello italiano. Che gioia deve aver provato il cileno, a digiuno di gol da 391 giorni. Un abisso per il Pallone d’Oro sudamericano del 2006, un prospetto venerato in patria e a tutte le latitudini lambite dalla sua carriera da giramondo: Colo Colo, Villarreal, Sporting Lisbona, Fiorentina, per tutti è sempre stato Mati-gol. Da ieri sera anche per i tifosi rossoneri. 

Detto del match-winner, è il momento di scrivere di getto, considerazioni sparse.

In gare come queste, mi chiedevo durante la partita se fosse possibile far comprare il biglietto anche a Gigio Donnarumma. Tecnicamente spettatore in campo. Da vero tifoso rossonero, giusto che anche lui paghi come il resto del Meazza (si scherza, ovviamente).

La fascia di capitano sul braccio di De Sciglio sembra aver ricaricato a mille il ragazzo: più vicino al gol lui di Lapadula. Provaci ancora Mattia, prima o poi il gol numero uno tra i professionisti (in tutte le competizioni, Nazionali comprese) dovrà arrivare… Vero?

Vangioni non avrà il look da grande giocatore, e nemmeno il cognome altisonante, ma in Serie A ci può stare eccome. Non eccelle in nulla e non presenta nemmeno lacune incolmabili, ma come alternativa si è visto di peggio negli ultimi anni.

Per Bertolacci credo siano finiti i sinonimi di sfortuna da usare, ormai il Treccani non mi aiuta più. Testa alta e coraggio Andrea, passerà anche questa come tutte le altre.

Ma quanto corrono quei dannati (in senso buono) sulle fasce? Deulofeu e Ocampos fanno più chilometri di un maratoneta, ma al passo di un centometrista. Il duello con Laxalt è roba da F1, dato che inizia tra poco, era giusto fornirne un assaggio. Se solo segnassero…

Se le sportellate valessero come gol, Lapadula sarebbe capocannoniere indiscusso di tutti i campionati mondiali. Che grinta ragazzi, roba da mediano anni ’70. E meno male che Montella lo aveva redarguito scrupolosamente: “Mi raccomando, gestisciti. Troppa smania non va bene“.

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