Un uomo solo al comando: nonostante critiche e ritardi, il temerario Yonghong Li non si arrende e rilancia la sua scalata al Milan

Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da qualche anno collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.

Torna a parlare Yonghong Li. Dopo l’intervista dello scorso 22 dicembre, in cui faceva professione di grande ottimismo riguardo la buona riuscita della trattativa d’acquisto del Milan, grazie al fatto di aver: “raccolto una quantità di capitali superiore rispetto all’importo dell’investimento”, stavolta il misterioso uomo d’affari cinese si è affidato ad un comunicato stampa nel quale spiega che “sono stati perfezionati gli accordi per la messa a disposizione di tutti i fondi necessari a finalizzare l’acquisizione“, che in soldoni sarebbero su per giù 350 milioni, euro più euro meno.

Nel corso di questi tre mesi, tante cose sono state dette sul conto del buon Yonghong, molte delle quale non certamente lusinghiere. Ma evidentemente di lui tutto si può dire tranne che sia un uomo facile alla resa. Nonostante sia stato progressivamente “abbandonato”, almeno in evidenza, dai numerosi investitori che la scorsa estate componevano la cordata da lui presieduta, Mr. Li non si è lasciato scoraggiare dalle rigide restrizioni imposte dal Governo cinese sulle esportazioni di capitali all’estero e pare aver trovato la soluzione per sbloccare i fondi necessari a prendere possesso delle stanze del potere del club meneghino. Ha chiuso ufficialmente il fondo cinese Sino-Europe Sports, e messo al centro del palcoscenico un’altra controllata, la lussemburghese Rossoneri Sport Investment, già sede operativa di SES in Europa ed ora elemento preponderante nella scalata a via Aldo Rossi.

Un colpo di scena sicuramente inaspettato, insomma, ma che è legato da un fil rouge con quanto sta accadendo da quel fatidico 5 agosto scorso: nonostante critiche e rallentamenti vari, Li non ha alcuna intenzione di mollare la presa sul Milan, anzi rilancia, ruggendo soprattutto controllo le presunte insufficienze economiche. Non a caso, da Fininvest filtra soddisfazione per quello che viene considerato un passo avanti verso il closing. Leggermente diverso è l’umore dei tifosi, in bilico tra chi continua a guardare al futuro cinese con ottimismo (siamo sicuri non sia più che altro la voglia di togliersi dai piedi Berlusconi e Galliani?) e chi, novello Sant’Agostino (come biasimarli?), non vuole sbottonarsi fino a quando non sarà tutto nero su bianco. La sensazione è che il 14 aprile sarà il D-Day, in un senso o nell’altro. Fare adesso delle previsioni sarebbe un inutile suicidio giornalistico e solo chi vivrà, vedrà…

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