Parla Nava: “In Primavera ero meno talentuoso. Il mio esordio da giocatore…”

Intervistato da Sportitalia, Stefano Nava ha parlato della sua esperienza da giocatore e di quella da allenatore:

“Ho iniziato a giocare tardi. La mia famiglia preferiva che io studiassi. Ho iniziato a 13-14 anni. Una volta c’erano altre necessità e altri svaghi. Si occupava il tempo libero in altri modi. La passione mi ha avvicinato al calcio e c’erano alcuni allenatori che volevano che io andassi a giocare, ma mia madre, categoricamente, si rifiutava”.

Sull’esordio: “Ho fatto il settore giovanile al Milan e poi questa situazione particolare. Io ero a fare il servizio di leva e Costacurta, se non erro, venne squalificato per un turno e si aprì così la possibilità che Filippo Galli giocasse al suo posto. Io non mi ero allenato durante quella settimana, che era quella di Milan-Napoli. Io pensavo toccasse a Filippo, invece Sacchi mi diede fiducia e mi lanciò nella mischia contro il Napoli di Maradona, è stato un momento esaltante”.

Sulla trafila nel settore giovanile: “Ci sono tanti ricordi che mi legano, ma mi viene in mente la leggerezza, la voglia di divertirsi e di stare in un ambiente lontano da quello che c’è oggi. Era un calcio un po’ più romantico”.

Sulla sua Primavera da giocatore: “C’era Baldo, è vero, ma era una Primavera forte dove quasi tutti hanno giocato in Serie A. Ero in buona compagnia, c’era grande talento e classe. Sono stati anni di grande crescita, io ero il meno talentuoso”.

Su Arrigo Sacchi: “Ricordo che Milanello era pervaso dai suoi diktat e dal suo modo intendere calcio. Respiravamo calcio dalla mattina alla sera, con il suo modo che rasentava quasi il fanatismo. Ma quel metodo ci ha dato la possibilità di crescere e di acquisire conoscenze che nessun altro ci poteva dare”.

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