Gazzetta, il cardinale Scola: “Derby cinese? Spero vinca il Milan, ma…”

Il cardinale Angelo Scola, ai microfoni dell’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, ha parlato del derby di scena oggi e del fatto che Milan e Inter siano passati nelle mani di proprietà cinesi:

Milano, come dimostrato dalla questione dell’integrazione, è ancora una città solidale. Giro per le parrocchie e vedo la nostra gente che da una mano. Ciononostante, Milano, nella sua rinascita, deve lavorare ancora molto, perché l’integrazione deve riguardare tutte le fasce sociali e il loro modo di vivere. Papa Francesco ha detto che bisogna guardare alle periferie per vedere tutta la città. Bisogna sempre guardare alla vita nel suo complesso: penso ai calciatori, a tal proposito, e non conosco uno sportivo che sia arrivato al successo senza essere una persona umile e intelligente. Ho molta ammirazione per Bergomi, Zanetti e Franco Baresi, ma mi riferisco anche al giovane Locatelli, un altro cresciuto in oratorio. Sneijder diventato cattolico parlando con il prete dell’Inter? Non lo sapevo, ma mi fa piacere. La completezza di un essere umano passa anche dal contatto con il senso della vita. Detto questo, ho conosciuto qualche allenatore che obbligava tutti i suoi ad andare alla messa. Era un metodo un po’ tranchant. Il derby alle 12.30 del sabato di Pasqua? E’ la dimostrazione che la nostra società stia sottovalutando la dimensione sociale del riposo, che, se fatto individualmente, ciascuno in un giorno diverso della settimana, non serve, perché uno si annoia, non può dedicarsi pienamente alle relazioni. Per questo, considero un errore l’obbligo del lavoro domenicale, a parte i casi di necessità. Quanto al derby alle 12.30, per molti, è un orario disagevole, ma mi rendo conto che i cinesi comprimo Milan e Inter e, magari, vogliano vedere la stracittadina“.

E ancora: “Gli effetti estremi del calcio business? Si tratta di un discorso che sarebbe lunghissimo. A volte, sembra meglio godersi la bellezza di un gesto sportivo e non pensare a quello che c’è dietro. La bellezza deve restare anche nel calcio professionistico, come gesto gratuito, del quale si può godere lo splendore del gesto atletico e tecnico. Il primo derby cinese? E’ un evento indecifrabile. La questione andrebbe spostata sul terreno della globalizzazione della finanza, ma resto dubbioso e perplesso. Speriamo che non sia un sintomo di una perdita di identità della nostra metropoli. Il Berlusconi sportivo? Ventinove trofei in trentuno anni parlano per lui. Poi, Berlusconi è un personaggio che, se avesse potuto, avrebbe fatto anche il centravanti del Milan. La fede calcistica è la fede nel senso debole della parola, ma il tifo è positivo, quando, alla radice, ha il concetto di appartenenza, di solidarietà con un gruppo, e, se non trascende le espressioni violente. La bellezza del gioco deve restare al centro del tifo. In altre città, il derby viene vissuto in maniera diversa. A Milano, il derby non è cattivo, bisogna volere bene alle nostre squadre. In ogni caso, è giusto che si giochi per vincere e non per partecipare. Quando l’avversario risulta migliore e vince, bisogna dargliene atto. Non si gioca mai soltanto per giocare. Se seguirò il derby? Si gioca in un orario complicato, essendo il Sabato Santo, spero di riuscire a vedere, in televisione, il secondo tempo. Ormai, non riesco a vedere molte partite: controllo sempre gol e risultati, almeno quelli di gare importanti, dalla Nazionale ai nostri club in Europa. Come finirà? Vince il Milan due a zero e spero che, al termine del campionato, i rossoneri siano un punto avanti all’Inter. E’ questo il mio obiettivo. Scherzi a parte, ho molto rispetto per l’Inter, ma il tifoso spera sempre di stare un gradino davanti all’avversario. Mi auguro che entrambi i club arrivino in Europa League, Milano lo merita“.

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