L’Europa non aspetta noi: andiamo a prendercela

Federica Barbi è laureata in Lettere Moderne e Giornalista Pubblicista dal 2012. Collabora con SpazioMilan.it quasi dalla sua nascita, esattamente dall’aprile del 2012. Segue il Milan dalla lontana Torre Annunziata, in provincia di Napoli, ma quando può corre a rifugiarsi a San Siro, per seguire da vicino le vicende rossonere. Attualmente collabora anche con Vesuvio Live e Betclic. 

Dal sogno Champions all’obiettivo Europa League il passo è stato breve. Un po’ come librarsi in aria e poi sbattere contro un albero. La stagione del Milan è proprio questo: un balzo in avanti ma un atterraggio doloroso. Fino a Natale tutto perfetto: un’utopia a portata di mano che più che un regalo sembrava un giusto ritorno al passato. Da gennaio ad oggi, invece, il brusco risveglio: alti e bassi continui, punti preziosi persi, passi falsi che di Champions non hanno proprio nulla, e forse neppure d’Europa.

Un inverno freddo, quello del Milan, che, se è vero che ha diverse attenuanti (gli infortuni di Suso e Bonaventura, il digiuno di Bacca e una bella dose di sfortuna), è altrettanto vero che non può lasciar assiderare tutte le premesse e le promesse autunnali.

A rendere più complicato il quadro della situazione, la stagione al di sopra delle aspettative delle dirette concorrenti dei rossoneri: dati alla mano, infatti, Atalanta e Lazio, rispetto alla scorsa stagione, e alla stessa giornata (la n°30), hanno rispettivamente ben 25 e 18 punti in più.

Non si può fallire l’Europa, non dopo aver, finalmente, ripreso coscienza del significato “squadra“, dopo tanto tempo. E non si può fallire l’Europa per cali di concentrazione ingiustificati, come quello di Pescara, in cui un Milan abulico e anonimo ha lasciato in Abruzzo due punti che alla vigilia erano dati praticamente per scontati.

Ora, lo sgambetto della Samp all’Inter è un occhiolino strizzato a noi: un solo punto ci separa dai cugini, con un margine di sorpasso ampio, visto lo scontro diretto del 15 aprile.

Mettiamo da parte i sogni di inizio stagione e la paura di fallire anche l’obiettivo minimo: bisogna cacciare gli attributi (che abbiamo, quest’anno li abbiamo!) e dare valore a quest’annata, per renderla un nuovo inizio e non l’ennesimo girone del purgatorio.

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