Ora il derby, in attesa di sapere chi c’è dietro la Rossoneri Lux…

In questi due anni spero di aver pensato, detto e scritto una marea di cazzate come sostiene la maggior parte degli incivili che popola i social italici. Lo spero davvero. Lo spero di cuore. Un cuore rossonero e un cuore molto preoccupato per il futuro della cosa che amo di più dopo la mia splendida famiglia, il Milan. Un futuro che oggi, ci hanno detto e mostrato, ha perso il gigantesco materasso che per 30 ha attutito e assorbito tutte le fragorose cadute di carattere economico e finanziario. Per 30 anni l’azienda Milan non ha mai realizzato un utile di bilancio, sempre e solo perdite. E per 30 anni c’era il signor Fininvest a ripianarle. Da oggi il Signor Fininvest non c’è più. E il prossimo bilancio sarà un salto nel buio, non si sa se con o senza materasso. “Il Milan è dei cinesi”: ci dicono tutti, ma oggi ero all’Assemblea degli Azionisti e l’unica cinese che ho visto era una elegante hostess ingaggiata alla bisogna, credo per motivi linguistici. Sui documenti ufficiali ho letto più volte il nome della Rossoneri Lux, società che ha sede in Lussemburgo, uno dei pochi paesi “a regime fiscale agevolato” dell’Unione Europea. Nulla a che vedere con la Cina. Se i soldi in questa neonata società misteriosa li abbiano messi cinesi, thailandesi, italiani, americani o marziani non si sa.

Dobbiamo fidarci di quello che ci dicono. E quello che ci dicono è che una parte di questi soldi sono arrivati dal prestito del Fondo Elliott. Il resto era parte del patrimonio personale di Yonghong Li. Del quale in assemblea ci era stato annunciato il curriculum, che poi non è mai stato consegnato. Sicuramente sul curriculum ci sarà scritto che questo signor Li è un benefattore dato che ha sacrificato metà del suo patrimonio personale per acquistare il Milan. Oltretutto senza nemmeno la certezza di acquistarlo, perché al momento ha 18 mesi di tempo per restituire 300 milioni al Fondo. Io, mi spiace, ai benefattori non credo, soprattutto quando si parla di cifre astronomiche. Forse faccio male. E ho perso l’occasione di chiedere a Yonghong Li di comprare la mia vecchia macchina usata per il doppio del suo attuale valore. Non ho voluto correre il rischio che chiedesse a me un prestito per comprarla. Fatto sta che ora siamo nelle mani della Rossoneri Lux e attendo con ansia di sapere chi c’è dietro e chi ci mette dentro i soldi. Ed è questo il motivo per cui ho votato NO all’approvazione del nuovo CdA. Ho il massimo rispetto di tutti coloro che lo compongono, ma vorrei capire chi rappresentano. Per me è la cosa più importante e a quella è strettamente legato il futuro del Milan. Non parlo di acquisti o non cessioni, quelle servono per indorare le pillole alla massa dei tifosi. Parlo di sopravvivenza. In ogni caso quella di oggi è stata una data, purtroppo, cruciale per la storia del Milan. Non perché non c’è più Galliani, ma perché abbiamo perso il paracadute di Fininvest.

Domani c’è il derby e il Milan rischia di arrivarci quantomeno “sballottato” da questa settimana. L’incertezza sul suo futuro da parte di Montella ne è testimonianza. Questo derby mi ricorda infaustamente quello del 15 gennaio 2012, 3 giorni dopo l’affare saltato “Pato-Tevez”, altra data cruciale nella storia del Milan. A proposito, nel “nuovo” Milan c’è ancora un componente della famiglia Berlusconi. Si tratta di Barbara, presidentessa di Fondazione Milan. Si troverà benissimo con Yonghong Li, il nostro nuovo “benefattore”. Sem a post.

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