Pescara: spinta sulle fasce e Cerri, fase difensiva da brividi

Domenica pomeriggio, alle ore 15.00, il Milan sarà di scena all’Adriatico. Avversario dei rossoneri sarà il Pescara di Zdenek Zeman. Gli abruzzesi, con soli dodici punti all’attivo, occupano l’ultima posizione della classifica, a ben dieci lunghezze dalla zona salvezza. Tuttavia, davanti al loro pubblico, daranno di certo il massimo e faranno il possibile per offrire una buona prova e per centrare l’impresa.

Punti di forza: la spinta sulle fasce; Cerri.
Per lo meno sulla carta, sulle corsie laterali, il Pescara dispone di una buona spinta. I due esterni bassi si propongono infatti spesso in avanti, tanto da sovrapporsi con regolarità alle punte esterne e da proporre numerosi traversoni, mentre le ali, Benali in primis, sanno accentrarsi, creare superiorità numerica e rendersi pericolose. Infine, nel cuore dell’attacco, il Delfino può contare su Alberto Cerri, centravanti classe ’96, in grado di tenere palla, fare salire la squadra, farsi valere nel gioco aereo e incidere sotto porta.

Punti deboli: la fase difensiva; l’interdizione; la retroguardia.
Con 66 gol subiti in 29 partite, il Pescara è la peggior difesa della Serie A. Gli abruzzesi svolgono infatti in maniera approssimativa e non soddisfacente la fase di copertura: gli interni di centrocampo non effettuano con regolarità la fase di interdizione e si inseriscono spesso senza cognizione di causa, mentre le ali e i difensori laterali non ripiegano e concedono troppi spazi. Ecco allora che il pacchetto arretrato, in questo modo, viene a più riprese esposto ad azioni di rimessa ed è costretto a mettere in mostra le proprie lacune. Infine, meglio non va tra i pali, dove Bizzarri alterna buone parate e gravi svarioni e non garantisce stabilità a lungo termine.

Giocatore chiave: Ahmad Benali.
Esterno d’attacco classe ’92, capace di ricoprire numerosi ruoli e in possesso di qualità tecniche, propensione all’inserimento e rapidità, il jolly libico potrebbe rappresentare l’arma in più a disposizione di Zeman. Il tutto, sia chiaro, a patto che sia continuo nel rendimento e che riesca a risultare determinante nei momenti decisivi dell’incontro.

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