Diamo a Suso quel che Suso merita. Milan, per tornare grande prendi uomini (prima che calciatori) come Kakà e van Bommel

Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da qualche anno collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.

L’inizio della settimana che oggi si conclude col match contro l’Empoli, quella del “post sbornia” di closing e derby, ha visto come notizia principale all’interno del mondo Milan i presunti problemi sul rinnovo di Suso. Voci che stridono e non poco con quanto avvenuto lo scorso febbraio, quando era arrivato una sorta di pre-accordo tra l’allora amministratore delegato Adriano Galliani e l’agente del folletto spagnolo per il prolungamento del contratto. I cinesi, necessariamente interpellati, avevano ovviamente dato il loro assenso, pronti a mettere tutto nero su bianco a cessione societaria avvenuta.

Cosa sarebbe cambiato nel giro di un paio di mesi, oltre ai dirigenti con cui interfacciarsi nelle trattative? Suso avrebbe alzato la posta e chiesto al Milan un contratto più remunerativo (circa mezzo milione in più di quanto inizialmente pattuito): circostanza, questa che avrebbe causato una brusca frenata alle trattative. Immediata la preoccupazione nei tifosi del Diavolo, ai quali però ci sentiamo di dire di stare tranquilli, perchè, da quanto appreso dalla nostra redazione, è solo questione di tempo perchè il mancino nativo di Cadice si leghi ai colori rossoneri almeno fino al 2021. Del resto, la priorità dell’ex Liverpool è stata sempre quella di rimanere al Milan e quella del club di trattenerlo, riconoscendogli un ingaggio consono a quanto ampiamente mostrato sul campo in questa stagione.

Nel frattempo ieri è stato il compleanno di due grandissimi esponenti del Milan del XXI secolo: il 35enne Ricardo Kakà ed il 40enne Mark van Bommel. Tante cose dividono il brasiliano e l’olandese, a cominciare da due esperienze rossonere radicalmente diverse tra loro – oltre 300 presenze in sette anni per “Smoking Bianco”, 50 in un anno e mezzo per il “Generale” – ma ad accomunarli c’è la traccia indelebile che entrambi hanno lasciato a Milanello e nei cuori di tutti i tifosi milanisti. Due icone dal carisma infinito e dalla leadership innata, due esempi per compagni e avversari, due giocatori che mai hanno proferito una parola fuori posto: per farla breve, la massima espressione di eleganza, in campo e fuori. Pertanto, se il nuovo Milan cinese vuole tornare grande, prima cerchi e poi punti su uomini – prima ancora che su calciatori – della levatura di Ricardino e MVB.

Twitter: @Juan__DAv

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