L’addio del samurai e la carenza di esterni offensivi: il Milan alla ricerca del suo nuovo 10

Nel giorno dell’addio di Totti, il congedo dal mondo rossonero di Keisuke Honda è inevitabilmente e giustamente passato in secondo piano. Il giapponese dopo il gol a San Siro contro il Bologna ieri a Cagliari ha avuto l’onore di scendere in campo con la fascia di capitano al braccio nella sua ultima apparizione con questi colori. Un premio alla professionalità del giocatore, utilizzato pochissimo da Montella in questa stagione.

Ha voluto salutare e ringraziare i tifosi del Milan, ammettendo di non essere sempre stato all’altezza. Tre anni e mezza di molti bassi e un solo vero momento felice: i primi due mesi con Inzaghi in panchina quando segnò sei gol in sette partite. Talento discontinuo e troppo distante dal calcio europeo, ha spesso fatto storcere il naso ai tifosi per quel 10 sulle spalle, apparso spesso inadeguato dopo la gloriosa decade sotto la patria potestà di Seedorf. Ma il carisma non è mai mancato al samurai giapponese, così come il rispetto per le scelte che non l’hanno quasi mai premiato.

E il suo addio apre anche un nuovo capitolo di mercato. Perché oltre a lui lasceranno Milano, per fine prestito, sia Deulofeu che Ocampos. Due vuoti numericamente e qualitativamente, soprattutto lo spagnolo, difficili da colmare e che in qualche modo dovranno essere sostituiti perché  ora le fasce appaiono quasi deserte, se si escludono Suso, l’adattato Bonaventura e il rientrante Niang che però non sembra far più parte del progetto. Mirabelli lo sa e sta già lavorando per un nuovo esterno d’attacco, che possa far tornare a risplendere quel numero glorioso.

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