Fassone: “Gigio a me diceva di voler restare ma alla fine ha prevalso la linea del suo agente”

L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, pubblica la replica dell’ad del Milan Marco Fassone alle pare di Mino Raiola rilasciate ieri.

Ma lei alla fine si è dato una spiegazione per come si è conclusa la vicenda? “Mi pare abbastanza semplice: giocatore e agente hanno fatto una valutazione tecnica ed economica, ritenendo di rivolgersi in futuro a un club con pedigree più altolocato e maggiore disponibilità finanziaria. Raiola vuole valorizzare economicamente il percorso del giocatore e intende spostarlo per massimizzare i ricavi. Per l’assistito e per se stesso”. Però avete detto più volte che Gigio vi assicurava di voler restare: “Esatto. Fin dal primo giorno dopo il nostro insediamento abbiamo iniziato a parlare sia con lui, sia con Raiola. E mentre Raiola tendeva sempre a rallentare, il giocatore ci diceva di volere il Milan. E ce lo diceva guardandoci fissi negli occhi. Era assolutamente sincero. Alla fine ha prevalso la linea dell’agente e io sono convinto che in cuor suo Gigio non sia convinto della decisione presa”. Sta dicendo che va tutto ricondotto a Raiola? “Ma certo. La decisione è sua. Ha usato la sua influenza, e lui su Gigio è molto influente. Pensateci un attimo: un ragazzo di 18 anni e un procuratore importante con grande personalità. Come poteva finire? Certo, quando guardavo il ragazzo negli occhi una buona dose di speranza che tutto finisse bene ce l’avevo. E invece…”. Ma non si sarebbe atteso una presa di posizione da parte del giocatore? “No. E’ normale che lui si sia messo nelle mani dell’agente. Piuttosto, visto che le lamentele riguardano il nostro “pressing” su Gigio, mi aspettavo che Raiola comprendesse la nostra esigenza di andare in ritiro sereni, e facesse il possibile per trovare una soluzione ottimale”.

Punti di vista un tantino diversi: Raiola parla di mobbing: “Questa parola mi fa alquanto sorridere. Se per mobbing intende aver fatto qualche telefonata di sollecito con Gigio e i suoi familiari, allora la risposta è semplice: mi pare del tutto normale che per un giocatore così importante ci si provi fino all’ultimo. E’ normale fargli sentire l’amore. Mino usa argomentazioni pretestuose – esclama Fassone. E’ esagerato dire che siete in guerra con lui? Tra l’altro ha attaccato Mirabelli: “Be’, se lui attacca Mirabelli, attacca tutto il Milan. Quindi la dichiarazione di guerra è la sua. La verità è che Raiola va contro Mirabelli perché vuole scavare un solco all’interno del Milan. Ma si sbaglia di grosso: io e Massimiliano lavoriamo insieme da anni e abbiamo un grande rapporto, quindi il giochino non funziona e non riesce”. Si è dato un motivo per cui non si sono «presi»?: “Perché Mirabelli non è uno che scende a compromessi. E’ un professionista onesto, competente e leale”. D’accordo, ma si parla persino di minacce di non farlo giocare: “Non mi risultano. Posso solo dire che nell’incontro di Montecarlo, dove era presente anche Gigio, magari i toni si sono un po’ inaspriti. Ma devo anche dire che noi in quell’occasione abbiamo portato loro una proposta economica molto importante, che li aveva sorpresi positivamente. Ecco perché ero ottimista che avrebbe prevalso il sì. A Gigio ho anche detto: “Pensaci un attimo, se rinnovi ti ritrovi diecimila persone sotto la sede”

Dall’altra parte però insistono: il Milan ha messo troppa fretta: “Evidentemente abbiamo concetti temporali differenti. Per Raiola due mesi sono “troppa fretta”? Il primo incontro è stato il 14 aprile, poi ce ne sono stati altri, abbiamo avuto tutto il tempo per conoscerci. E poi vorrei chiarire con forza un concetto: se io non riesco a capire cosa può succedere a un giocatore in scadenza, non ho modo di cautelarmi se quel giocatore poi non rinnova. Guardate infatti cosa è successo con De Sciglio: vista l’incertezza, è arrivato Rodriguez”. Lei ha parlato di amore per Gigio. Non si sente tradito?: “Gigio lo amiamo tutti e abbiamo provato a trasferirgli il sentimento in ogni modo. Le dirò di più: il Milan ancora oggi sarebbe pronto a riaccoglierlo a braccia aperte. Anche i tifosi più incavolati”. Fermi tutti: sta dicendo che non esclude un riavvicinamento?: “Dico che se ricevessimo una telefonata in cui ci viene prospettata l’ipotesi di sedersi di nuovo per riparlarne, lo faremmo senza problemi. Da parte nostra la disponibilità di riprendere a parlarne c’è. Certo, Raiola è stato molto netto, ma non escludo che le parti si riparlino e si rivedano. Ovviamente, quando si riaggregherà alla squadra, parleremo anche col giocatore”.

Ci dica una percentuale per l’ipotetico riavvicinamento: “La deve dare Raiola, non il Milan”. Se tornasse indietro, si comporterebbe in maniera diversa?: “No, rifarei tutto nello stesso modo perché credo che la trasparenza e il parlare chiaro siano doti importanti. Occorre etica anche nel lavoro”. Intende dire che dall’altra parte non c’è stata?: “Dall’altra parte non c’è stata disponibilità ad ascoltare la nostra proposta. E comunque, ferma restando la legittimità di quanto ha deciso di fare Raiola, anche negli affari esiste un’etica, soprattutto nei confronti di un club che, con molto coraggio, ha fatto diventare grande un giocatore”.

Che cosa sarebbe stato etico, allora?: “Un rinnovo con una clausola rescissoria che andasse bene a tutti. Invece mettere all’angolo l’altro negoziatore, soprattutto quando questo negoziatore è in una posizione di debolezza contrattuale, per quanto legittimo è qualcosa di brutto. Questo mi amareggia ancora molto”. Farete ancora affari con Raiola?: “Non c’è e non ci sarà mai preclusione. A comandare è l’aspetto tattico, non le questioni personali. In futuro potrà ricapitare di fare affari con lui. E lo stesso discorso vale per chi è attualmente in rosa ed è assistito da Mino (Abate e Bonaventura, ndr): ho sentito dire che potrebbero subire ripercussioni, ma per noi conta solo che siano giocatori funzionali al progetto tattico”. In tutta questa vicenda i tifosi si sono schierati nettamente dalla vostra parte. Che effetto le fa?: “Bellissimo. Non pensavo succedesse una cosa del genere a fronte di quello che è comunque a tutti gli effetti un insuccesso. In questo modo testimoniano l’adesione a un progetto che portiamo avanti con grande chiarezza e ambizione. Ci
hanno dato fiducia in un contesto complicato e in molto meno tempo di quanto avremmo pensato. Abbiamo una tifoseria matura”.

Però a Donnarumma sono arrivate anche minacce molto pesanti: “Sono eccessi che deploro, una deriva che ci dà un grande dispiacere e che Gigio non merita. Se ci rendessimo conto che esiste davvero un problema di sicurezza, ci attiveremmo immediatamente”. Al di là delle follie, se Gigio restasse sarebbe atteso da un ambiente piuttosto difficile: “In effetti sì. Se resta, per lui si prospetta una stagione complicata. Ma un conto sono i fischi, un altro le minacce”.
Senza contare che non vedrebbe mai il campo…: “E questo chi lo dice? E’ vero, noi stiamo cercando un altro portiere potenzialmente titolare, forte, in modo che l’allenatore non rischi di trovarsi con un giocatore con la testa da un’altra parte. Ma le gerarchie le stabilisce Montella, se lo facessimo noi invaderemmo le sue competenze. Non c’è alcuna preclusione per vedere Donnarumma titolare, l’equazione permanenza­panchina va smontata”. Possiamo dire che da questa storia escono tutti perdenti?: “Il Milan di certo perde un portiere forte, e lo perde anche in termini economici. Conclude Fassone – Però la vicenda ha cementato il rapporto fra club e tifosi, che è basilare: non tutti i mali vengono per nuocere”.

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