Martorelli: “Non sono stupito dal mancato rinnovo di Donnarumma. La sua famiglia nel 2013…”

Giocondo Martorelli, procuratore ed ex agente di Bonaventura, ha parlato di Donnarumma: “Probabilmente risulterò antipatico a chi ci ascolta, ma ero tra i pochissimi ad aver paventato questo risultato. Probabilmente vi saranno degli spiragli, anche se dopo le parole di Fassone mi sembra difficile; però, conoscendo le varie situazioni, al Milan in precedenza ma anche dopo, non è una sorpresa che Donnarumma non prolunghi il contratto col Milan. È un problema che andrebbe rivisitato dall’inizio, per capire chi era il responsabile dall’inizio, perché è arrivato a questa situazione a un anno dalla scadenza. Conosco tutti, la famiglia, i parenti, ogni angolo della casa. Ci sono cose che mi stupiscono: quotidiani sportivi importantissimi e altre televisioni hanno sempre fatto finta di ignorare quello che c’è dietro e che c’era anche prima. Alcuni fanno orecchie da mercante. La storia di Donnarumma è complessa e particolare: questo è il risultato finale di comportamenti non corretti sin dall’inizio”.

“Non voglio mancare di rispetto a nessuno, però in questo contesto, quello di un ragazzo di 18 anni che è sotto la lente d’ingrandimento del calcio europeo, un milione e mezzo di euro non cambia la vita. Oltretutto, il contratto scadrebbe a 23 anni, quando 9 calciatori su 10 iniziano davvero la propria carriera. Io credo che un minimo di gratitudine e riconoscenza alla società che ti ha lanciato sia dovuta. È in una delle squadre più forti al mondo, non voler continuare mi lascia perplesso. Io ho una mia convinzione e non la posso esporre perché andrei incontro a cose antipatiche”.

“La famiglia? Ho detto una cosa concreta prima. C’è la risposta: la famiglia il giorno x del 2013 ha firmato per l’Inter. È tornata a Napoli, la mattina seguente hanno preso un aereo e hanno firmato per il Milan. Quello che avevano firmato il giorno prima non è valso nulla. Cosa devo dire di più? Mi stupisce che alcuni giornalisti ignorino o facciano finta di non ascoltare“, conclude Martorelli.

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