Ecco Raiola: “Gigio voleva rinnovare, ma poi intorno a lui è stato creato un ambiente ostile e violento, da mobbing”. Le parole alla Rai, Sky e Premium

Doveva parlare alle 17 in conferenza stampa da Montecarlo, ma alla fine Mino Raiola ha deciso di concedersi soltanto ad alcune televisioni accuratamente selezionate, a cui è stato chiesto di mandare in onda la sua intervista non prima di mezzanotte. Queste le sue parole:

RAI

Si era creato un ambiente troppo ostile tra le parti e, in questo modo, non poteva uscire un buon risultato per entrambe le parti. Siamo stati costretti a prendere delle decisioni che non eravamo pronti a prendere e quindi la risposta è stata negativa. Il modo in cui è stato condotto il tutto – molto pubblico, creando un ambiente ostile e violento – ha fatto che sì che ad oggi non possiamo accettare. L’unico problema che non c’era è quello dei soldi, non c’è stata concessa serenità e tempo da parte del Milan. La clausola rescissoria non è stata trattata perchè quando se ne parla vuol dire che sei al 90% del contatto, mentre noi non ci siamo nemmeno arrivati a quel punto“.

SKY SPORT

Gigio aveva tutta l’intenzione di rinnovare col Milan, non aveva altro in testa, ma siamo stati messi alle strette ed a quel punto non ce la siamo sentita di accettare le proposte. Si era creato un certo questo ambiente, faccio un esempio: era stato messo uno striscione contro Gigio sotto la sede, una società serie lo difenderebbe e tirerebbe via subito lo striscione, invece non è successo e lui ha sentito mancanza d’appoggio del Milan, anzi è stato minacciato di non giocare. La responsabilità del mancato rinnovo è al 100% mia, non nego che tra me e Mirabelli non c’è feeling, non condivido il suo modo di fare il dirigente. Non ho parlato con nessun’altra squadra e sicuramente non lo faremo in breve tempo. Io credo che quello che è accaduto sia molto vicino, se non già, mobbing“.

PREMIUM SPORT

Si è creata una situazione troppo ostile nei confronti di Gigi. Troppo ostile, troppo violenta. È stato minacciato, è stata minacciata la famiglia. Ci sono stati degli striscioni che la società non ha fatto rimuovere. C’è stato un atteggiamento passivo da parte del club nei suoi confronti. Non è stata una scelta dettata dai soldi, non siamo mai entrati in ambiti così. C’è stato troppo poco tempo per poter decidere. Io avevo chiesto tempo per valutare il nuovo corso, c’è stato qualcuno troppo esuberante, con i toni non giusti. Io avevo garantito alla dirigenza che non saremmo mai partiti a parametro zero, per mettere al sicuro la parte patrimoniale. Forse ho sbagliato io, ma siamo entrati in un mood tutto sbagliato. I grandi club ci sono da quando aveva 14 anni. Fosse voluto andar via, lo avrebbe fatto a 14 anni. Non abbiamo nessuna società dietro che ci ha proposto qualcosa o che ci faccia pressione. Non è stata una situazione economica, ma di forma. Non potevamo accettare una passività nei suoi confronti. Mirabelli? È stato una parte di questa vicenda.  Se dovessero cambiare i toni ci potrebbe essere un dietrofront sulla scelta? Oggi non voglio riaprire questi discorsi. Io contro il Milan non ho niente, i rapporti con Fassone sono ottimi, ma loro hanno fatto le loro scelte e noi, il 13, abbiamo deciso. Cercano un altro portiere? Ne possono cercare sette. È un anno importante e se dobbiamo basarci sulla qualità, l’anno non lo perde. Se ci sono altre cose, allora rischia di perderlo. Io se penso che potrebbe fare un anno in tribuna, penso che sia mobbing

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