CorSera, Nesta: “Allenare in Europa è la mia ambizione. Napoli l’anti-Juve, Milan e Inter devono investire”

Intervistato dal Corriere della Sera, Alessandro Nesta, ex difensore del Milan e della Lazio, ha toccato parecchi temi di attualità, personali e sul calcio in generale: “Vincere il campionato di ‘apertura’ della NASL è troppo facile? No. Credo che vincere sia difficile ovunque, soprattutto in campionati, lingue e culture diverse. Pratico un calcio offensivo, col 4-3-1-2. Gradualmente sono riuscito a introdurre più lavoro tattico e atletico: la cultura della fatica qui non manca di certo. Il calcio giocato è un’altra cosa. Si nasce calciatori, non allenatori. E soprattutto per chi ha giocato ad alti livelli è difficile ripetere certe emozioni. Ma adesso come allenatore sento che miglioro ogni giorno le mie conoscenze“.

Sul campionato italiano, Nesta esprime il suo pensiero: “Penso che il prossimo scudetto la Juve lo può perdere da sola. La Roma finora ha solo venduto e vediamo cosa compra, il Napoli non vende e non compra. L’anti Juve per l’anno prossimo sarà comunque la squadra di Sarri. Il gap che devono colmare le milanesi è più ampio e per farlo serve tempo. Dipende da quanto investiranno: solo loro da quel punto di vista potranno davvero competere con la Juve nei prossimi anni“.

Su Donnarumma: “Non so chi lo ha chiamato, ma se era il Real Madrid è chiaro che uno ci pensa un attimo. Alla fine è andata come doveva andare. Quando il Milan ritornerà quello di un tempo non avrà più questi problemi. Pochi anni fa era il punto d’arrivo massimo. Deve riconquistare quel prestigio“.

Sui modelli da seguire e le ambizioni: “Ancelotti è un grande punto di riferimento, per come gestisce il gruppo, per l’approccio alle partite. Da Zeman ho imparato tanto: 20 anni fa era molto moderno. Ho studiato Conte, Giampaolo e Sarri. Che sta facendo qualcosa di più. Nel modo in cui vuole arrivare alla vittoria, con una costante ricerca del gioco. Poi si vince e si perde, ma poche squadre al mondo giocano come il suo Napoli. Spero che vinca qualcosa per essere considerato tra i più grandi, come merita. Simone Inzaghi mi ha stupito, non pensavo fosse così bravo: non sembrava coinvolto dalla tattica. Ma crescendo si cambia. Di Conte mi colpisce la passione, che invece di diminuire sembra crescere: dev’essere uno che lavora 18 ore al giorno. Allegri? Arrivava al Milan dal Cagliari e ha fatto molto bene: quell’esperienza gli è servita alla Juve, soprattutto nella gestione delle personalità forti. Mi piacerebbe allenare Thiago Silva, così mando tutti gli altri all’attacco, tanto dietro c’è lui. Allenare in Europa è la mia ambizione. Sono partito da qui perché ho deciso di vivere a Miami con la mia famiglia. Ma adesso sono pronto a valutare qualsiasi soluzione: non sono un allenatore in vacanza. Il calcio italiano ha sempre fascino, ci sono giocatori molto interessanti e guardo soprattutto gli allenatori“.

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