Il Giorno, Rodriguez si racconta: “Diversi club mi hanno richiesto ma volevo il Milan. Difficile l’ultimo anno al Wolfsburg. Sul mio ruolo…”

Intervistato dal quotidiano Il Giorno, Ricardo Rodriguez ha raccontato un po’ la sua esperienza e i primi giorni di Milan: “Due o tre club mi hanno richiesto, ma una volta arrivato il Milan volevo venire qui. E’ una squadra in cui ci sono sempre stati grandi giocatori, volevo essere tra questi”.

Su Milanello: “L’ambiente è buonissimo, ci alleniamo duramente tutti i giorni per affrontare campionato ed Europa League. Tutte le persone e i giocatori mi stanno aiutando a integrarmi”Sui tifosi: “Sento che amano molto la squadra, l’ho capito dal primo giorno di allenamento. Mi dicono che vinceremo tutto, me lo scrivono sui social. C’è tanta passione”. Sulla Serie A: “Ho sempre detto che avrei voluto giocare qui perché da piccolo guardavo il vostro campionato, c’erano tanti campioni. Dopo cinque anni e mezzo in Germania volevo venire in Italia. Sono felice di esserci arrivato, è un sogno. Qui c’è il vero amore per il calcio”.

Sulle pressioni: “Le ho sempre avute nella mia carriera. E’ una cosa buona, ti aiuta a dare il meglio. Ho avuto la fortuna di giocare sempre, ma so che devo allenarmi al 100% tutti i giorni per far sì che sia ancora possibile”Punizioni, Rodriguez o Calhanoglu? “Entrambi, lui ne ha segnate tante ma anche io. Chi si sente meglio tira. Lui è destro, io mancino. Ci sono anche altri giocatori che possono calciare, c’è tanta qualità in squadra”. Sull’ultimo anno al Wolfsburg: “È stata una stagione complicata perché siamo sempre stati in basso in classifica. Ci sono stati tanti problemi, molti cambi di allenatore, non c’è stata la giusta voglia di vincere. Un brutto anno, per fortuna ci siamo salvati. Ha giocato male tutta la squadra e a volte non sapevamo perché. In ogni caso c’è sempre una lezione da apprendere ed è successo per me anche nell’ultima stagione”.

Sul ruolo: “Credo che tornerò a sinistra, mi hanno cercato per quello. E’ il mio ruolo. Ho imparato tante cose nei sei mesi in cui ho giocato al centro, lo staff tecnico lo sa e io sono preparato per giocare anche lì, ma finora ci siamo allenati sulla difesa a quattro e ho fatto il laterale”.  Sul giocatore del Milan a cui si ispira: “Non uno in particolare, ma mi è sempre piaciuto guardare i rossoneri negli anni in cui vincevano in giro per il mondo, soprattutto in Champions. Guardavo anche i derby, mi piacevano molto”. L’avversario più difficile?: “Ho incontrato Messi, Di Maria, Douglas Costa… Spesso mi sono trovato di fronte Robben e non è stato mai facile. Magari fa sempre la stessa cosa, ma è velocissimo”.

Il primo tatuaggio: “È un’immagine che mi hanno regalato quando ero più piccolo, c’era anche questa frase. A 18 anni ho deciso di tatuarmela sul braccio. Ho avuto dei problemi di salute da bambino. Ora sto bene, posso giocare a calcio senza limitazioni, grazie a Dio, ma non è stato facile”. Sulla famiglia: ”Siamo tre fratelli e giocavamo tutti e tre a calcio. Mio padre, mia madre e i miei nonni ci portavano in giro nei vari posti in cui avevamo le nostre partite. La famiglia ci ha aiutati moltissimo. Li seguo ancora, ono giovani, devono ancora dimostrare di poter fare carriera e hanno ancora l’opportunità di arrivare a club più importanti. Quando ho del tempo libero vado a vederli”.

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