Sotto la Madonnina tornerà il Tricolore: a Milano un derby da scudetto. Diavolo, prendi Ibra e vincerai

Milano ribolle, è tornata a frizzare. Il tesoro cinese ha pinguemente impreziosito sia Milan che Inter. E al cospetto della Madonnina sono tutti contenti. Chi per un motivo, chi per l’altro. Premessa: il campo non ha ancora parlato (non voglio credere alle torride amichevoli estive). Ma poco importa: ad oggi (specie ai tifosi) interessa inevitabilmente il mercato.

E, indipendentemente dalla capacità di un mister di amalgamare nuovi ingredienti, la qualità degli acquisti quest’anno è pregiatissima. Al Milan, peraltro, lo è anche la quantità: necessariamente abbondante date le basi tecniche, tutt’altro che solide. Che poi si sia optato per strategie di mercato opposte è palese: il budget a disposizione era ugualmente faraonico, ma le spese effettive (ad oggi) assai differenti. E il motivo è altrettanto chiaro: l’Inter, pur reduce da una stagione a dir poco sciagurata, disponeva di giocatori da big. Il Milan no.

Quindi scruto le rose e noto una qualità generale piuttosto simile. Gigio e Samir sono entrambi certezze. Dietro meglio noi. In mezzo e in avanti ce la si gioca. In panca più Spalletti che Montella. Penso a un derby di equilibrio purissimo. A Bonucci e Icardi condottieri illustri. Un Milan-Inter da Champions. Anzi, la butto lì: da Scudetto. Lo dico credendoci, realisticamente. Senza guardare alla Juve ancora come utopia. I presupposti ci sono.

La Juve arriva da un’egemonia di 6 anni. Se i cicli finiscono, e purtroppo (mica tanto) è così, non c’è annata che calzi meglio della prossima: a Cardiff la banda di Allegri ha toccato il fondo (psicologicamente parlando). E rialzarsi, con un Leo in meno e qualche giocoliere in più, sarà assai complesso.  Al Napoli manca (soltanto) una mentalità tradizionalmente non vincente. Alla Roma una rosa da vertice. Lecitamente, pertanto, si intromettono (neanche troppo in punta di piedi) Milan e Inter. Spinte dalla sete di vittoria derivante da un letargo ormai troppo duraturo. Nonché da una rivalità tutta milanese che si prospetta bollente.

E allora, a proposito di mercato, soltanto un uomo (guarda caso ex di entrambe) avrebbe il potere di sconvolgere gli equilibri. Un gigante trentacinquenne di cui tutti hanno paura. Indizio: è svedese. Consiglio: Diavolo, prendilo. E vincerai.

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