L’importanza d’esser Mateo Pablo Musacchio

In punta di piedi, senza far rumore. Ha iniziato così, Mateo Pablo Musacchio, la sua avventura al Milan: secondo acquisto, dopo Frank Kessié, dell’era cinese, quasi oscura dall’arrivo, poche settimane, del ben più inflazionato Leonardo Bonucci. Ma, ad oggi, complici fideiussioni ritardate e ginocchia traballanti, il vero leader difensivo di mister Montella è proprio il nazionale argentino.

Qualità e quantità

Gli avversari, fino ad oggi, contavano relativamente poco, nonostante di mezzo ci siano state anche due gare ufficiali (quelle del terzo turno preliminare di Europa League contro il Craiova). Ma, nelle primissime uscite rossonere, l’ex Villareal si è imposto sia tecnicamente –le giocate su Emre Mor e Aubameyang hanno fatto stropicciare gli occhi dei tifosi rossoneri e non solo– che tatticamente.

Doppia mandata

Cinque, dicevamo, le gare disputate dal collettivo di Montella dall’inizio del ritiro: tre amichevoli (Lugano, BVB, Bayern) e la doppia sfida europea contro CSU. Soltanto tre, peraltro giunti tutti nella stessa gara, i goal subiti. Un numero relativamente importante, pur sempre di calcio d’agosto si tratta, che però rende l’idea dell’importanza acquisita dal difensore classe 90′ nei meccanismi difensivi montelliani.

MU-RO-BO

Una pedina, dunque, che si sta rivelando fondamentale. Nell’attesa, che va riducendosi sempre più, di vedere i tre tenori del pacchetto arretrato formare insieme la tanto agognata linea difensiva titolare. Bonucci e Romagnoli, infatti, scaldano i motori: il primo si può già considerare disponibile -dopo la fine della mini querelle legata alla fideiussione bancaria- il secondo dovrebbe rientrare tra fine agosto ed inizio settembre. Intanto, però, va sottolineata l’importanza d’esser Mateo Pablo Musacchio, leader silenzioso della difesa del Diavolo.

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