Musacchio, fino a qui unico sufficiente tra i difensori. L’argentino deve assolutamente giocare

Musacchio sì, eccome. L’argentino, fino a questo momento l’unico dei tre papabili titolari del reparto arretrato messo in discussione da Montella, è invece il difensore migliore che la rosa rossonera mette a disposizione. O quantomeno il più in forma. L’ex Valencia, out per due partite consecutive contro Spal e Sampdoria, coincisa quest’ultima con una pesante sconfitta, ha dato come l’impressione di essere stato degradato nelle gerarchie del tecnico napoletano ma ieri sera, finalmente in campo, in occasione della sfida di Europa League contro il Rijeka ha segnato una rete che si è rivelata fondamentale per il risultato finale e nel disastro difensivo di cui si è reso protagonista il Milan se l’è cavata con una prestazione pienamente sufficiente.

Già, perché anche ieri Leonardo Bonucci e Alessio Romagnoli hanno collezionato l’ennesimo 4 in pagella e hanno rischiato di compromettere una vittoria ormai scritta con due strafalcioni che difficilmente si possono perdonare anche ai giocatori di leghe minori. Musacchio invece, senza fare nulla di stravolgente, anzi, rischiando anche di propiziare il gol avversario nei minuti iniziali del primo tempo, ha dato l’impressione di essere comunque sempre piuttosto concentrato, senza concedere spazi e incursioni da parte degli attaccanti croati, a differenza appunto dei suoi compagni di reparto.

L’argentino deve giocare, punto. Anche perché va considerato che, prima che si presentasse sul mercato l’occasione-Bonucci che ha stravolto inevitabilmente anche i piani tattici del nuovo Milan, il numero 22 rossonero è stato acquistato per andare a comporre la coppia titolare della difesa, originariamente a quattro, rossonera. Non è concepibile quindi che tale prospetto debba essere rilegato in panchina a favore di uno Zapata che, per quanto protagonista di prestazioni nel complesso più ordinate rispetto a quelle a cui aveva abituato, con un errore individuale marchiano ha compromesso irrimediabilmente una partita, quella di Marassi, fino a quel momento bloccata ma comunque equilibrata, che probabilmente poteva essere risolta nei restanti venti minuti di gioco.

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