Tuttosport, alla scoperta del modello MiraMilan

Il primo amore non si scorda mai e quello di Massimiliano Mirabelli è, senza dubbio, lo scouting: il direttore sportivo del Milan ha sempre avuto la passione per la scoperta dei talenti, sia italiani sia stranieri, perché arrivare prima sui potenziali campioni del domani ti potrà consentire di spendere i soldi a disposizione su altri ruoli.  Una volta arrivato al Milan, nel pieno
del ricambio societario, ha smantellato la precedente struttura degli osservatori (diretta dall’ora ds milanista Rocco Maiorino), per costruirne una nuova, che sia a sua immagine e somiglianza e che, soprattutto, sappia rispecchiare gli standard da lui richiesti.

La struttura degli scout del Milan è di forma piramidale. Alla base ci sono dieci osservatori, che costituiscono il plotone di prima osservazione dei giocatori. Già in questa turnata di partite delle nazionali gli 007 milanisti sono stati inviati in vari
stadi europei dove hanno visionato, tra gli altri, il talento serbo del Partizan BelgradoDanilo Pantic, osservato nel corso di Serbia-Gibilterra Under 21. Tra i nomi emersi nel corso dell’estate che sono entrati a far parte dell’area scouting ci sono quelli di Ivano Pastore, ex direttore sportivo della Viterbese, e Danilo Pagni, anche lui un passato come ds, ma alla Ternana. Loro, insieme agli altri colleghi, hanno il compito di girare l’Europa e non solo per visionare i migliori talenti in circolazione.

Le relazioni degli osservatori, poi, finiscono sulle scrivanie di Antonio D’Ottavio e Stefano Luxoro. Il primo è arrivato dall’Inter, il secondo dalla Juventus. D’Ottavio coordina lo scouting dei ragazzi Under 21 tra quelli pronti per la prima
squadra o quelli da destinare al settore giovanile, come dimostra il tesseramento del portiere 2003, Giovanni Cultraro, proveniente dal Catania o l’attaccante Ryan Castenetto, prelevato dall’Aurora Remanzacco. A lui, dunque, è toccata la pesante eredità di Mauro Bianchessi, passato alla Lazio come responsabile del settore giovanile.

A Luxoro, che in bianconero era uno degli uomini di fiducia di Fabio Paratici,  si devono gli arrivi di Bargiel, Sanches, Larsen a Tiago Dias per la squadra allenata da Rino Gattuso. Tutto il lavoro dell’area degli osservatori viene supervisionato da Massimiliano Mirabelli, che ha sempre l’ultima parola.

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