André Silva, un bomber di razza in attesa della sua occasione

Le due reti consecutive siglate in Nazionale ai danni di Andorra e Svizzera, che hanno contribuito significativamente alla qualificazione del Portogallo a Russia 2018, hanno certificato l’eccellente stato di forma di cui gode, in questo periodo, André Silva. La giovane punta lusitana, tenuta a battesimo da sua maestà C.R.7, sta dimostrando, infatti, sin dall’inizio della stagione, di avere una propensione naturale al gol, che lo rende, certamente, uno dei migliori prospetti del panorama calcistico europeo e mondiale.

Di questa sua freddezza sotto porta se ne devono esser, di certo, avveduti sin da subito i dirigenti del Milan, che, dopo una trattativa-lampo condotta col suo procuratore Jorge Mendes, hanno investito sul cartellino ventunenne ben 38 milioni di euro più bonus. La sua esperienza rossonera, tuttavia, a distanza di tre mesi, lascia ancora un pizzico di insoddisfazione. Non che il suo rendimento possa definirsi insufficiente, ma v’è la netta sensazione che, sino a questo momento, André Silva abbia espresso solo una minima parte  del suo reale potenziale. Le colpe vanno, invero, ripartite con l’intera squadra rossonera, che sta vivendo, di recente, un periodo di flessione, e con mister Montella, che, talvolta in maniera discutibile, continua a centellinare le presenze in campionato del giovane portoghese, ritenendolo non ancora pronto alla Serie A.

È innegabile che nelle sue, pur sporadiche, apparizioni nella massima serie italiana, André Silva non è mai riuscito a trovare la via del goal, ma è oltremodo inconcepibile,  date anche le difficoltà sotto porta della squadra rossonera, tenere in panchina un attaccante che, in poco meno di tre mesi, ha già realizzato 9 gol in 12 partite ufficiali tra Milan e Portogallo. A ciò si aggiunga che le condizioni fisiche di Kalinic, nemmeno convocato dalla Croazia a causa di un problema muscolare, appaiono ancora piuttosto precarie e, allora, in vista del derby di domenica, la presenza nell’undici titolare di André Silva appare doverosa.

Chi conosce il calcio sa che ogni partita fa storia a sé e che quella di domenica potrebbe, data anche il tasso di difficoltà, smentire clamorosamente quanto sinora detto, ma è altrettanto vero che vale la pena correre questo “rischio”, piuttosto che continuare a far accomodare al caldo della panchina un bomber di livello mondiale.

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