La difesa, il modulo, la testa: ma se l’errore fosse l’aspettativa?

Immobile per un mese. Il Milan è fermo in un pantano dal 20 settembre scorso, quando ha conquistato gli ultimi 3 punti in campionato con la Spal. Da quel giorno solo sconfitte: Samp, Roma e Inter. Per dovere di cronaca, in mezzo c’è la vittoria con il Rijeka, ma quello è un altro discorso. Ammetto di avere difficoltà a guardare la classifica, pur consapevole che siamo appena ad ottobre. Quel decimo posto, però, visto al contrario è un sestultimo, e no, non fa ancora paura, ma rabbia sì.

DELUSIONE E PROBLEMI

Rabbia e delusione per una stagione iniziata con premesse ben diverse. La nuova società, il mercato faraonico, l’avvio positivo: tutto è esploso come una bolla di sapone, lasciando un senso di smarrimento generale. Qual è il problema principale? La difesa che fa acqua da tutte le parti? Il modulo “pro-Bonucci” che danneggia tutti? La testa non ancora “centrata”? Il capro espiatorio non è certo Montella, o comunque non solo lui, ma siamo sicuri che il problema non sia un altro?

ERRORI O ASPETTATIVE ALTE?

Al di là degli errori concreti, che comunque ci sono, il problema è anche un altro: l’aspettativa di tifosi e addetti ai lavori nel pre-campionato è stata troppo alta, e non ha trovato conferme sul campo. E’ vero che la squadra è stata rimessa a nuovo, è vero che c’erano segnali positivi, ma è ancor più vero che erano prevedibili certi blackout in questo inizio di stagione. L’entusiasmo e la speranza, invece, hanno caricato a mille l’ambiente che poi è imploso su se stesso ai primi segni di controtendenza.

SOLUZIONI

Come si esce da questo momento? È difficile dirlo, probabilmente non serve nessun antidoto ma solo tempo. La squadra ha bisogno di trovare automatismi e sintonia, ma anche pazienza e obiettività, perché questa è una stagione da cui ripartire ma non è quella dei miracoli. E Montella deve rivedere le sue convinzioni: il 3-5-2 non è il modulo giusto per questa squadra, e da quanto si è visto nemmeno per Bonucci…

 

Impostazioni privacy