Il Milan trentun anni fa: stessa difficile partenza

Nel 1986 il Milan cambiò guida dirigenziale. Nel 1986 il Milan fece un mercato importante con l’arrivo di Massaro, il giovane bergamasco Donadoni soffiato alla Juventus e Giovanni Galli in porta. Nel 1986 era iniziato un nuovo corso. Vi fischiano le orecchie? Già, trentuno anni dopo cambiano le facce, cambia l’Italia, cambiano le mode. Ma il contesto é il medesimo. Nuova proprietà, cinese, nuovi giocatori e la sensazione di un anno zero. Ma ad accumulare il Milan neo berlusconiano a quello odierno, sono anche i risultati.

La stagione 1986-87 si aprì con il capitombolo casalingo contro l’Ascoli. Tale Barbuti segnò in modo beffardo con un assurdo pallonetto che superò Galli. Non contenti, i rossoneri persero anche la seconda giornata a Verona.
Un anno e mezzo dopo con Sacchi in panchina e uno spilungone olandese con le treccine che suonava musica reggae, arrivò il titolo numero 11 dopo nove anni di guai.

Ecco perché forse i grandi cicli hanno bisogno di tempo. Di automatismi e tanta acqua, come le migliori piantine. È il caso anche del Milan di Montella, che non sarà mai come quella macchina di spettacolo di fine anni ottanta, ma ha tutte le carte in regola per poter svoltare.

Alla fine di quella annata 1986-87, fu necessario uno spareggio con la Sampdoria per qualificarsi alla Coppa Uefa, vinto con un gol di Massaro e festeggiato in grande dai milanisti dell’epoca. Era il primo grande traguardo dell’era Berlusconi. Oggi gli spareggi non esistono più e basta il quarto posto per entrare nell’Europa dei grandi. A patto di invertire la rotta il prima possibile.

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