L’ex attaccante Montella e il problema dei bomber: Kalinic, Andrè Silva e Cutrone non decollano

Il Milan non sa più vincere e ormai non fa neanche più notizia. La normalità disarmante con cui ormai il mondo rossonero accetta l’ennesimo passo falso è disarmante. Contro le squadre davanti ha sempre perso, segnando solamente tre gol in sei match, uno inutile contro la Lazio e i due nel derby. Perché se dietro la difesa sbanda e concede sempre troppe occasioni, davanti le cose, se possibile, vanno anche peggio. L’ultimo gol segnato da uno dei tre attaccanti centrali è firmato da Kalinic, il 25 ottobre scorso in casa del Chievo. Da quel giorno il vuoto assoluto per i centravanti rossoneri, il cui è bottino è comunque preoccupante: sono solo 5 i gol siglati, due da Cutrone e tre dal croato ex Fiorentina. Ancora a secco in campionato Andrè Silva. In estate ci si è interrogati molto sul colpo da fare in attacco alla fine Mirabelli e Fassone hanno optato per due acquisti, spendendo complessivamente 63 milioni di euro: 38 per Andrè Silva e 25 per Kalinic. Un giovane dal talento cristallino e un nove esperto che conosceva a memoria il gioco di Montella e il nostro calcio. Fino a questo momento però i risultati non stanno mantenendo le aspettative e se prima le colpe erano anche dei continui cambi di modulo, ora gli alibi sono azzerati dalla scelta definitiva del tridente con una punta centrale. A inizio anno la fame del giovane Cutrone aveva preso la scena, poi il numero 73 è uscito dai radar e neanche al San Paolo è stato inserito per il disperato assalto finale. Col passare dei mesi Kalinic si è impadronito del ruolo senza quasi mai lasciare il segno. E la sterilità sotto porta ha fatto tornare a galla il vecchio dilemma, cioè se non fosse stato il caso di spendere quella cifra per un attaccante dai 20 gol sicuri, Aubameyang o Belotti per intenderci, sedotti e abbandonati nell’arco di un’estate. Una risposta certa non esiste, Montella però dovrà trovare al più presto una soluzione per i suoi tre bomber tristi e arrugginiti, perché senza gol la luce è sempre più lontana.

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