Milan, rebus attaccanti: i rossoneri non hanno un’identità offensiva

Tra le principali cause che hanno portato il Milan nella fascia destra della classifica c’è sicuramente la scarsa vena realizzativa. È si vero che Cutrone e André Silva hanno una media di un gol realizzato ogni 135 minuti disputati ma la maggior parte di essi sono arrivati in Europa League. E’  sconcertante il fatto che uno come l’ex Porto, che è costato 38 milioni di euro più due di bonus, sia ancora a secco in Serie A. Kalinic è quello che sta facendo più fatica con una rete segnata ogni 235 minuti giocati ma nelle idee del tecnico rossonero resta il titolare designato, il giocatore che più si avvicina a quella che è la sua idea di calcio. Se il Milan non gira è perché non c’è chiarezza su quello che deve essere il giusto dispositivo offensivo. In fase di costruzione della squadra era stato pensato per giocare a due punte più il trequartista ovvero Calhanoglu. Uno spartito che non vede l’utilizzo di Suso, il pupillo di Montella, che è un giocatore atipico. Lo spagnolo è in grado di farti vincere le partite con il suo sinistro magico ma deve essere messo nelle condizioni di esprimersi al meglio per non diventare prevedibile nel suo modo di sviluppare le  migliori giocate. A prescindere dal modulo, sono la velocità, e la  scarsa verticalità,  con cui si sviluppa la manovra a rendere l’undici rossonero prevedibileTanti rebus di difficile risoluzione che si stan rivelando delle pericolose debolezze: il Milan e Montella devono trovare una soluzione in tempi brevi, se non vogliono veder naufragare una stagione con sei mesi di anticipo.

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