Romagnoli ok, Bonucci e Zapata ritrovati: la difesa a tre sta trovando la quadra

La difesa, tutto sommato, ora quadra. Nonostante la crisi di punti e risultati che ha colpito il Diavolo negli ultimi due mesi, il reparto arretrato, quello più brutalmente preso di mira da stampa e tifosi, in fin dei conti è quello che probabilmente si è comportato meglio nelle recenti uscite milaniste. Se consideriamo infatti tutte le gare successive al derby, sei tra campionato ed Europa League, la squadra di Montella ha subito solamente tre reti, due delle quali in occasione del big match contro la Juventus, oneste e preventivabili: numeri piuttosto positivi per una difesa che dopo poche partite era stata criticata e definita colabrodo. A quanto pare dunque dopo una prima fase di assestamento e organizzazione la tanto desiderata, prima, e discussa, poi, difesa a tre sta cominciando a dare i suoi frutti.

Bonucci, il capro espiatorio delle prime disfatte rossonere, grazie anche al break rimediato con l’espulsione di San Siro contro il Genoa pare aver messo fine al periodo di appannamento e aver ritrovato concentrazione e tempestività soprattutto in fase di copertura, dove aveva destato non poche preoccupazioni. Per il nuovo capitano del Milan, che contro Sampdoria e Inter si è reso protagonista di sviste piuttosto gravi, che sono costati in entrambi i casi la sconfitta, è importante togliersi di dosso il peso della leadership e delle aspettative di società e tifosi per tornare ad essere quel giocatore capace di fare la differenza anche dalle retrovie. Su Romagnoli poco da dire: l’ex blucerchiato nonostante qualche imprecisione nelle prime gare ha dimostrato grande maturità e affidabilità, reggendosi quale capostipite di un reparto comunque in difficoltà.

Anche domenica scorsa contro il Sassuolo il numero 13 rossonero ha tolto le castagne milaniste dal fuoco forse nel momento in cui il Milan stava soffrendo maggiormente con un gol che ha salvato, almeno per il momento, la panchina di Montella. Per completare il terzetto rimangono Zapata e Musacchio. Quest’ultimo, nonostante ad inizio stagione sia parso il centrale più in forma della scuderia, è scalato in fondo nelle gerarchie dell’Aeroplanino il quale in questo periodo gli preferisce l’ex Udinese. Il colombiano, tanto bistrattato nelle scorse annate, rassicurato e protetto in una difesa a tre uomini, sembra aver trovato lucidità e precisione, doti che appunto non si vedevano dai tempi friulani.

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