San Siro si, San Siro no. La società riflette, il parere dei tifosi sarà decisivo

Uno degli argomenti più discussi in casa Milan è la costruzione di uno nuovo stadio di proprietà. Ieri, durante l’assemblea degli azionisti, l’amministratore delegato Marco Fassone ha chiarito alcuni punti focali. Secondo quanto trapelato dalle sue dichiarazioni, l’idea della società è cercare di avere una stadio di proprietà nel medio periodo, in modo da incrementare sempre più i ricavi provenienti dalla vendita di biglietti e abbonamenti. San Siro, in questa stagione, ha fruttato diversi soldi per le casse della nuova dirigenza ma un impianto di proprietà potrebbe garantire, anche tramite la vendita dei naming rights, molte più entrate rispetto all’attuale gestione condivisa con l’Inter. Tuttavia, come evidenzia l’edizione odierna di Tuttosport, la casa attuale rappresenta l’ideale per proseguire il cammino di crescita e sviluppo del club. E’ altrettanto vero, però, che l’Inter da qualche anno sta facendo pressione per cercare di impossessarsi dell’utilizzo esclusivo di San Siro, costruito nel lontano 1925 su iniziativa del presidente del Milan Piero Pirelli. L’addio dal Giuseppe Meazza era stato già palesato da Barbara Berlusconi sotto la precedente gestione. Il progetto naufragò per problemi relativi alla bonifica del terreno situato nell’area di Portello. La contesa si chiuse con il pagamento di 5,5 milioni come risarcimento.

Come riportato anche dall’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, lo stadio nel breve periodo non è una priorità. Tuttavia, il progetto del sindaco Sala di una condivisione futura, con due ingressi separati e una co-gestione degli spazi commerciali non piace e non convince la dirigenza rossonera. Quindi, le opzioni al momento sono due. Contendere il Meazza all’Inter o individuare, tramite l’aiuto del Comune, un’area per costruire un nuovo impianto. Anche il Corriere dello Sport sottolinea che il futuro di San Siro è un argomento non principale ma che tiene banco in casa Milan. Tutte le grandi città con due o più squadre hanno altrettanti stadi. E’ impensabile immaginare una gestione condivisa con l’Inter con l’attuale impianto. Ma qualsiasi decisione, in tal senso, verrà presa dopo aver analizzato e consultato il pensiero dei tifosi rossoneri.

Naturalmente il parere del tifoso verrà tenuto in considerazione dalla dirigenza, ma senza avere un potere vincolante. Verrebbe esercitata una sorta di clausola di gradimento morale. Ma fino a quando non ci saranno dei progetti concreti in pista, tutto rimarrà nel campo delle ipotesi. Al contempo, come sottolinea Tuttosport, è stata bocciata la proposta del Comune per una eventuale costruzione nei pressi di Rogoredo, zona ritenuta poco strategica dalla dirigenza rossonera sotto l’aspetto commerciale. Nel caso in cui il Milan dovesse davvero traslocare da San Siro, ci sarebbe una gestione totale della struttura secondo le esigenze sportive. Nei piani della società c’è anche anche un piano fantasioso ma assolutamente interessante. Arrivare a produrre autonomamente le partite, con telecamere personalizzate che possano influire positivamente sulla migliore riuscita della trasmissione dei match. Tante idee, tante ipotesi che potranno concretizzarsi solo nel medio-lungo periodo. Si attendono nuovi sviluppi.

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