Voluntary agreement, rincorsa Champions e futuro societario: la tripla sfida di un Diavolo in all-in. Dalla poca lucidità di Silvio Berlusconi alla passione azzurra di San Siro

Sosta di campionato numero tre. Dopo gli stop di settembre ed ottobre, il massimo campionato italiano si ferma ancora e, per l’ultima volta nel 2017, lascia il posto alle sfide fra le Nazionali. Che, per la prima volta, riusciranno a calamitare l’attenzione dei calciofili del globo. Come sempre, infatti, quando ci si trova davanti ad una sfida ad eliminazione diretta il livello d’attenzione e partecipazione sale. Il doppio confronto fra Italia e Svezia, in tal senso, sarà esame assoluto per il movimento calcistico tricolore: superfluo ribadire che mancare l’appuntamento con Russia 2018 sarebbe peccato mortale. La partecipazione alle vicende azzurre – si viaggia verso un San Siro dignitosamente pieno – risulta essere, viste le ultime tendenze, sufficiente. Milano, d’altronde, risulta lido sempre alquanto affidabile.

Seppur prive di calcio giocato, saranno giornate importantissime anche per il Milan. Il Diavolo, nelle prossime ore, sarà giudicato dall’UEFA nell’ambito del secondo “voluntary agreement” presentato dalla nuova società rossonera. Una versione riveduta e corretta di quanto proposto in estate, che mira a dimostrare quelle che potremmo definire buone intenzioni – per dirla in maniera soft – dei nuovi vertici di Via Aldo Rossi. Il mancato accoglimento di tale prospetto sarebbe davvero una tegola pesantissima per la dirigenza meneghina che, a quel punto, potrebbe vedersi imporre il “Settlement”: un patteggiamento che limiterebbe – e non poco – i sogni di gloria di tutto l’ambiente .

A Nyon, dunque, si gioca una delle tre interconnesse sfide che regoleranno il futuro dell’AC Milan. E se una delle due restanti riguarda immancabilmente il Fondo Elliot, l’altra non può che prescindere dai risultati sportivi che la squadra di Montella riuscirà o meno ad ottenere. La qualificazione alla prossima Champions League inciderà indiscutibilmente sulle strategie venture di Fassone e Mirabelli. Per uno scenario che, a conti fatti, vede un Diavolo mai come adesso in all-in: i prossimi sette-otto mesi diranno al mondo se il club sette volte campione d’Europa riuscirà realmente a ritornare ai fasti di un tempo.

Chiosa finale sulle parole, recenti e non, di Silvio Berlusconi. Che è e rimane, senza alcun dubbio, il più grande Presidente della storia rossonera. Purtroppo, però, alla scellerata gestione degli ultimi anni, terminata con l’happy ending del lunghissimo closing, si stanno aggiungendo le cicliche dichiarazioni mensili di un uomo certamente innamorato del Milan ma, evidentemente, anche poco lucido. Perché la critica operata fin qui dal Cavaliere, per quanto non infondata, risulta semplicemente poco costruttiva. E da una mente di tale caratura sarebbe lecito aspettarsi qualcosina di più.

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