Siamo diventati squadra: 3 temi (positivi) che ci lascia Cagliari-Milan

Il Milan di una settimana fa era undicesimo. Quello di oggi è settimo e in fiducia. Basterebbe questo a provare l’importanza capitale del vittoria di Cagliari.

In realtà ciò che entusiasma non sono solo i punti, che restano briciole rispetto alla quota Champions Legaue, ma è come la vittoria sia arrivata. Si perché il nuovo Milan ha un’identità sempre più chiara. E il merito è tutto di Gattuso. Sono parecchi gli spunti positivi che ha offerto la trasferta di ieri, eccone tre in particolare:

1 KALINIC

Il croato è indispensabile per questo Milan. Non tanto in termini di gol, chiaramente. Ma perché è un attaccante “vivo“. Di quelli che ti tengono su la palla e lavorano in funzione dei compagni. E non è cosa da poco in una squadra che gioca tanto di verticalizzazioni e lanci lunghi. Sbaglia tanti gol, evidentemente troppi. Ma ne fa fare: il rigore lo conquista lui, l’assist del raddoppio è suo.

2 RIMONTA

Era diventato un tabù: l’incapacità oggettiva di recuperare gli svantaggi. Prima del pari di Firenze il Diavolo non ci era mai riuscito, poi il punto con la Viola e i tre di ieri sera. In quel di Cagliari il Milan conferma di esser diventato squadra. Nessun dramma dopo il vantaggio di Barella: palla al centro e pedalare, i gol arrivano. E questa volta sono arrivati per davvero.

3 SOFFERENZA

La capacità di soffrire è una di quelle qualità che mancavano al Milan di Montella e del primo Gattuso. Quello di ieri è stato un Milan difensivamente umile. Fin troppo, forse. Ma alla fine efficace. Sapersi mettere dietro la linea della palla e reggere per oltre venti minuti è indiscutibilmente un pregio. Non saremo bellissimi da vedere, ma ora come ora è l’ultimo dei nostri pensieri.

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