Dai 72 del rimborso all’apoteosi di Siena: è anche l’Europa della Sud

raduno MilanAlzi la mano chi, il quel lontanissimo 9 luglio 2012, nel giorno del raduno di Milanello in vista della nuova stagione, avrebbe creduto in un terzo posto arrabattato all’ultimo respiro di un campionato pazzesco. Avremmo subito messo la firma. Sconforto e desolazione erano i termini ricorrenti in un’estate vissuta perennemente ad alte temperature, con le cessioni di Ibra e Thiago Silva che avevano surriscaldato gli animi. Ed è per questo che arrivare poi, nove mesi dopo, ad un traguardo così importante risulta un qualcosa di straordinario. Con una squadra che non è sicuramente la terza forza di questo campionato, con un allenatore sempre sulla graticola e con un Presidente che, più avanza con l’età, pretende sempre di più. E la proporzione incomincia ad essere insopportabile per chi vive questi colori quotidinianamente. I tifosi in primis.

La qualificazione al turno preliminare della prossima Champions League è, infatti, anche merito dei tifosi. Di quella Curva che, nel bene e nel male, ha sempre dato fiducia alla squadra. Anche quando in estate gli è stata smantellata una squadra, la loro squadra, anche quando il Milan, su richiesta della Codacons, fu obbligato a poter garantire il rimborso dell’abbonamento al campionato che stava per iniziare a coloro che lo avevano acquistato prima delle partenze illustri.

In 72 chiesero il risarcimento, scatenando la rabbia della Curva e del tifoso rossonero che vive perennemente con il simbolo del Diavolo nel DNA. Perchè chiedere in rimborso di un abbonamento per un tifoso del Milan è un oltraggio alla storia, ai colori, alle vittorie che questa squadra ci ha regalato.

E chissà se anche quei 72 “tifosi” rossoneri che chiesero il rimborso, domenica sera, davanti al televisore, al gol di Mexes hanno fatto uscire quella parte di Diavolo che c’è in ognuno di noi. Ma è più bello così: vittoria con dedica, come nelle grandi annate. Con o senza quei 72 rimborsati.

Twitter: @SBasil_10

Impostazioni privacy