PAZZINI, Giampaolo: 7,5

pazzini milan-lazio 2 (spaziomilan)Proseguiamo il nostro pagellone, giunto quasi al termine, analizzando la stagione disputata da GIAMPAOLO PAZZINI, focalizzandoci sul momento migliore e su quello meno brillante della sua annata in maglia rossonera. A fine agosto la dirigenza del Milan, anche un po’ forzata dagli eventi, decise di fare un’operazione di mercato che fece storcere il naso a più di qualcuno. Via Cassano che passa agli odiati cugini dell’Inter, all’interno di uno scambio che prevede Pazzini in rossonero ed un conguaglio di sette milioni di euro ai neroazzurri. Dopo le cessioni eccellenti che avevano caratterizzato l’estate del Diavolo, un altro duro colpo per i tifosi rossoneri che devono così salutare anche il folletto di Bari vecchia. Il Milan, orfano di Ibra, affida la maglia numero undici (che era stata per due stagioni dello svedesone) proprio a Pazzini che, così, diventa l’erede del capocannoniere dell’ultima Serie A, non solo per la posizione in campo.  Un paragone ingiusto viste le diverse caratteristiche che, però a conti fatti, a fine campionato sembra premiare il Pazzo almeno per quel che riguarda i numeri.

MOMENTO FLOP Partito con il botto con la splendida tripletta al Bologna nell’esordio in rossonero, Pazzini vive poi dei mesi difficili, come tutta la squadra, mesi in cui molti rimpiangono Cassano, facendo dire a tutti che il Milan era stato folle a fare uno scambio del genere con l’Inter. Da settembre a metà novembre la squadra vive momenti terribili e lui, che ha bisogno della squadra per fare quello che gli riesce meglio, soffre tantissimo. Da titolare inamovibile inizia a fare qualche panchina di troppo e quando gioca non sembra essere il solito cecchino infallibile, riuscendo a sbagliare anche gol semplici per uno come lui. In tutto fanno due mesi senza gol e per il Pazzo è davvero troppo. Poi ci sono i ripetuti infortuni che dopo Genova gli fanno saltare la trasferta di Barcellona e lo costringono ad un mese di stop proprio sul più bello. L’operazione a fine stagione, che lo costringerà a saltare la preparazione e i primi mesi stagionali, è un altro momento triste arrivato però al termine di un’annata pazzesca, un’annata da media gol pesante ed impressionante.

MOMENTO TOP  A fine stagione, fra una bizza e l’altra del suo ginocchio che gli ha fatto saltare parecchie partite e fra molta panchina, sostituzioni prima della fine del match, o scampoli di gara nella ripresa, il Pazzo in Campionato ha segnato 15 gol su 29 presenze. Dato che assume contorni ancor più straordinari se si pensa che l’arrivo di Balotelli ha tolto ulteriore spazio all’ex attaccante della Fiorentina. Basterebbero questi numeri per descrivere una stagione strapositiva, una stagione vissuta sul filo di un rasoio ma da uomo decisivo. La doppietta col Catania è l’emblema del Pazzini calciatore. Il Milan perde 2-1 in casa e rischia di gettare alle ortiche un’intera stagione, lui entra ed in cinque minuti capovolge il risultato con una doppietta da urlo. Una doppietta che ha il segno distintivo delle due dita portate sotto gli occhi ad ogni suo gol, quasi a voler dire: “guardatemi sono io, ancora io, sempre io”. Ogni palla vagante in area è sua, ogni azione sporca può finire con un gol se c’è il Pazzo in agguato. L’apice stagionale però lo ha toccato ad inizio marzo: doppietta alla Lazio (che significa sorpasso e terzo posto) e palla sotto la traversa a Genova, quando doveva uscire, quando era già zoppo, quando Portanova aveva deciso che per Giampaolo non si sarebbe realizzato il sogno di giocare al Nou Camp e, molto probabilmente, per il Milan quello dei quarti di Champions.

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