Berlusconi a Galliani: “Superiamo anche questa, insieme”. Ma lo spogliatoio si spacca. Ecco perché

La faccia di Galliani con un mirino puntato addosso, sullo sfondo parole come “caccia” e “bunker” a completare, stamane, il primo piano della prima pagina de La Gazzetta dello Sport. Ritratto fin troppo forzato ed estremo, ricordiamoci che si parla di calcio. Quello che interessa, però, è la sostanza della questione. La posizione di Galliani è tornata in discussione dopo l’insofferenza di massa che domenica, prima e dopo Milan-Parma, il popolo rossonero (organizzato) ha manifestato.

Una sfiducia netta, forse anche a sorpresa. Mai come oggi i tifosi lo accusano dei mali rossoneri. La situazione è seria, anche perché le parole di Silvio Berlusconi, lo scorso lunedì, hanno suonato come bocciatura definitiva (“La squadra è stata costruita male“). Un pensiero proveniente dalla pancia del presidente, privato e che probabilmente non doveva nemmeno essere spifferato al vento (pardon, all’ANSA). E invece quelle parole sono diventate notizie, mai confermate ma nemmeno smentite. La Rosea, comunque, afferma come non ci sia nessuna spaccatura in vista o divorzio imminente. Lo scorso sabato, ad Arcore, Berlusconi e Galliani si sono incontrati e l’ad ha ricevuto nuove rassicurazioni: “Sono in tanti a prendersela con me. Supereremo anche questa insieme“, queste sarebbero stato le affettuose dichiarazioni di Silvio. Ma c’è di più: ieri, secondo Tuttosport, c’è stato l’ennesimo, nascosto e pacifico faccia a faccia tra i due. Galliani, quindi, non molla e non è nemmeno così abbattuto: dispiaciuto per la contestazione sì, ma forte della conferma del Cavaliere. E del patto che Fininvest nel dicembre 2013 ha messo nero su bianco, quello del doppio AD insieme a Barbara, che rimane valido fino al 2018. Galliani può e deve lavorare in libertà, la prossima mossa sarà risolvere il dilemma ds, con Sogliano sempre più distante.

Non solo, all’orizzonte c’è anche da raddrizzare lo spogliatoio. Giocatori come Montolivo, Abate, Pazzini, Abbiati, Bonera, Poli e De Sciglio sono arrabbiati per l’atteggiamento della maggioranza del resto dei compagni, poco serio e professionale rispetto al momento. Balotelli, Rami, Taarabt, Emanuelson, Mexes e Constant i principali imputati. Kakà, De Jong e Muntari, invece, vanno avanti a testa bassa. Alla base di tutto c’è Clarence Seedorf. Lo zoccolo italiano non si sente considerato come vorrebbe e condivide al minimo alcune scelte dell’olandese, ammette la Gazzetta, mentre per stranieri e nuovi arrivati c’è una considerazione eccessiva viste poi le prestazioni in campo. Non solo la società, anche il gruppo è spaccato.

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